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GORIZIA, 19 GENNAIO 2016 – Dati positivi, quelli che si leggono sul nuovo bollettino dell'Osservatorio sul precariato dell'Inps, pubblicato in queste ore.
Secondo le recenti stime, nei primi 11 mesi del 2015 si sono registrate oltre 2,1 milioni di assunzioni a tempo indeterminato a fronte di 1,525 milioni di cessazioni, per un totale di +584.000 posti stabili nell'anno. In questo rapporto sono comprese anche le trasformazioni da contratto a tempo determinato o da contratto da apprendista a quelle a tempo indeterminato.
Rispetto al 2014, quindi, è possibile osservare un aumento di 510.292 posti a tempo indeterminato. È importante precisare, tuttavia, che questi dati risentono fortemente delle agevolazioni concesse ai datori di lavoro che, per l’anno 2015, avessero deciso di assumere a tempo indeterminato. In effetti, nei soli primi 11 mesi dello scorso anno, sono state assunte con gli sgravi contributivi ben 1.158.726 persone. Secondo quanto riportato nella nota dell’Osservatorio, l'esonero contributivo è' stato utilizzato per il 57,1% delle assunzioni stabili (2,029 milioni). [MORE]
"Oltre mezzo milione di posti di lavoro a tempo indeterminato in più nel 2015. INPS dimostra assurdità polemiche su Jobsact #avantitutta", ha scritto su Twitter il premier Renzi alla notizia della pubblicazione dei dati.
Nel frattempo, il Fondo Monetario Internazionale ha confermato l’andamento economico in crescita positiva per l’Italia. Il valore di quest’anno sarà del +1,3% rispetto al +0,8% registrato nel 2015 per poi attestarsi a +1,2% nel 2017. Il dato per l'anno prossimo è leggermente inferiore all'1,6% fissato dal governo italiano.
Non così positiva, invece, risulta la crescita globale: “I rischi per le previsioni globali restano orientati verso il basso e collegati agli aggiustamenti in atto: un generalizzato rallentamento delle economie emergenti, il riequilibrio della Cina, il calo dei prezzi delle materie prime e la graduale uscita da condizioni monetarie straordinariamente accomodanti negli Stati Uniti", si legge nel rapporto appena pubblicato del World Economic Outlook.
Per gli Stati Uniti è previsto un +2,6% in entrambi gli anni, con un taglio dello 0,2%. Confermate le stime sulla Cina con un aumento del prodotto interno lordo pari al 6,3% nel 2016 e al 6% nel 2017. Mentre per l'Eurozona la crescita è fissata all'1,7%, con uno 0,1% in più per il 2016 e un dato invariato per il 2017.
(foto:
Sara Svolacchia