Intercettazioni, lo scontro politica-magistratura è di nuovo aperto
Politica Lazio Roma

Intercettazioni, lo scontro politica-magistratura è di nuovo aperto

domenica 19 agosto, 2012

 ROMA, 19 AGOSTO 2012 - Lo scontro fra magistratura e politica ormai è aperto anche sotto il governo Monti. Ieri, il premier ha attaccato la procura di Palermo sulla questione delle intercettazioni che hanno coinvolto il Capo dello Stato, definite "abusi" da Palazzo Chigi. Immediata la reazione dell'Anm, che ha parlato di intervento “improprio” - specie considerando che la Corte Costituzionale è in fase di decisione sul conflitto di attribuzione. [MORE]Durissima anche la risposta del procuratore aggiunto palermitano Antonio Ingroia, secondo cui si sta assistendo ad un nuovo “sconfinamento della politica”. “Non condivido le ultime dichiarazioni sull'operato della Procura di Palermo”, ha affermato il magistrato protagonista dell'inchiesta sulla trattativa Stato-mafia e dello scontro con il Colle sulle intercettazioni. “Non posso non osservare che questi anni sono stati teatro di reciproche accuse e invasioni di campo. Io credo però che da parte nostra, della magistratura, non ci siano mai stati sconfinamenti; semmai ci sono stati da parte della politica”.

Il conflitto, che inasprisce le tensioni legate al caso Ilva, si è allargato alla possibilità di un rilancio da parte del governo di un ddl che limiti l'utilizzo delle intercettazioni. Su questo punto Ingroia ha espresso forte preoccupazione, e la politica non ha mancato di dire la sua. A fronte di un blando invito alla prudenza da parte del Pd, Di Pietro ha accusato Monti di voler “fare quel che non riuscì a Berlusconi”. All'interno del Pdl, accanto agli incoraggiamenti di Cicchitto alla Severino per una riforma complessa che segua le direttive di Monti, ci sono anche i “falchi” che sparano a zero, a 360 gradi. Gasparri, in particolare, da un lato ha attaccato Ingroia, tacciato come al solito di “militanza politica”; dall'altro non ha risparmiato nemmeno il ministro della Giustizia, ritenuta nientemeno che “una che lavora sotto dettatura di Ingroia”. Insomma, tutti contro tutti.

Michele Barbero

(Immagine da Tempi)


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