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NEW DELHI, 11 MARZO 2013 – Si è tolto la vita questa mattina intorno alle 5:30 (l’1 di notte in Italia) Ram Singh, lo stupratore della studentessa indiana di cui non si conosce il nome. L’uomo, 33 anni, si è impiccato nella sua cella, nel carcere Tihar, a New Delhi, utilizzando i suoi stessi vestiti. La notizia è stata data direttamente dal suo avvocato e si è diffusa velocemente su tv e giornali di tutto il mondo.
La vicenda è iniziata tre mesi fa, era il 16 dicembre, quando Ram Singh, autista di autobus assieme ad altre cinque persone, tra cui un 17enne, stuprò brutalmente una studentessa indiana. La ragazza, 23 anni, di cui non si sa il nome, ma che è stata ribattezzata «Nirbhaya» (colei che non ha paura) dai media, morì qualche giorno dopo in ospedale, per aver riportato ferite profonde, dopo l’aggressione. Singh, assieme agli altri quattro uomini, era sotto processo per la violenza consumata sul bus guidato da lui quella sera. Il 17enne invece la prossima settimana dovrà presentarsi davanti al tribunale dei minori. Il processo contro gli stupratori è iniziato il mese scorso. Oltre a Singh, ci sono suo fratello Mukesh Singh, l'istruttore di palestra Vinay Sharma, l'addetto alla pulizia di pullman Akshay Kumar Singh e il venditore di frutta Pawan Kumar.
Il fratello della studentessa morta ha commentato la notizia «Sapeva che sarebbe morto comunque perché le prove contro di lui sono schiaccianti. La notizia che si sia impiccato da sé non mi emoziona granché perché io volevo che fosse impiccato sì, ma pubblicamente: è ingiusto che si sia ucciso quando e come ha voluto lui». «In ogni caso adesso ce ne è uno in meno - conclude - e se tutto va bene gli altri aspetteranno la loro sentenza di morte».
Ram Singh era autista di autobus, nel 2009 aveva avuto un incidente che gli aveva compromesso il braccio destro, ma nonostante questo continuava a svolgere il suo mestiere. Si legga sul National Post che nel 2011 era stato protagonista di una trasmissione, «Aap Ki Kaccheri», tipo «Forum» in Italia, dove chiedeva i danni al datore di lavoro Ganga Dutt, per essersi fatto male ad entrambe le mani mentre lavorava. Dutt da parte sua lo accusava di essere negligente sul lavoro e spesso aveva guidato da ubriaco. Conferma arrivata anche dai vicini di casa di Singh, dello slum a sud di Delhi, che lo hanno descritto come un bevitore accanito con un «carattere irascibile». Purtroppo Nirbhaya ha avuto, quella sera, la sfortuna di incontrare Singh e i suoi amici. Oggi la ragazza è diventata il simbolo della lotta alla violenza contro le donne.[MORE]
(fonte: Corriere della Sera)
(in foto Ram Singh)
Rossana Palazzo