Indagine su Medico Azienda Sanitaria in Calabria: GDF sequestrate proprietà per 100mila euro
Cronaca Calabria Catanzaro

Indagine su Medico Azienda Sanitaria in Calabria: GDF sequestrate proprietà per 100mila euro

giovedì 18 gennaio, 2024

COSENZA, 18 GEN. - Un medico geriatra, precedentemente impiegato presso l'Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, è attualmente oggetto di indagine da parte della Procura di Cosenza per truffa e falso ideologico. L'indagine è stata condotta dalla Guardia di Finanza, che ha anche disposto il sequestro di beni per un valore approssimativo di 100mila euro.

Il professionista medico avrebbe lavorato per anni in quattro strutture socio-sanitarie private, accreditate con il Servizio sanitario nazionale (Ssn), nonostante la sua posizione di dirigente medico all'Azienda sanitaria provinciale rendesse tale attività incompatibile. Le indagini si sono concentrate sulle violazioni del vincolo di esclusività che legava il medico all'Azienda di appartenenza, comportando anche la corresponsione di un'apposita indennità in busta paga.

Le verifiche hanno confermato che il dipendente pubblico ha effettivamente svolto la professione di medico geriatra in strutture private accreditate con il Ssn. Inoltre, è emerso che l'indagato aveva il compito di supervisionare le strutture presso le quali lavorava "abusivamente", creando così una palese situazione di conflitto d'interessi.

L'accusa sostiene che, per mascherare questa attività, i responsabili delle strutture private e il dirigente avrebbero falsificato nel tempo la documentazione necessaria al mantenimento dell'accreditamento al Ssn. Questa manipolazione avrebbe ingannato i vertici dell'Azienda sanitaria e della Regione Calabria. Il medico avrebbe dichiarato falsamente di non svolgere attività extraprofessionale, percependo così oltre 100.000 euro a titolo di "indennità di esclusività", legata al vincolo di lavoro con l'Asp di Cosenza. La Procura ha richiesto un decreto di sequestro preventivo per la confisca per equivalente, emesso dal Gip.

Le forze dell'ordine hanno segnalato i fatti alla Regione e hanno notificato i verbali di contestazione amministrativa alle quattro società che gestivano le strutture sanitarie, in violazione di quanto previsto dal Testo unico sul Pubblico impiego. (Ansa)


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