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InArt - Intervista a Demetrio Scopelliti

MESSINA, 22 SETTEMBRE 2013 - Questa settimana la rubrica InArt presenta l’artista Demetrio Scopelliti. Nato a Reggio Calabria vi frequenta il Liceo Artistico Statale ed il Corso di Pittura dell'Accademia di Belle Arti. La sua espressione artistica è molto apprezzata in diverse manifestazioni anche nazionali, tanto da ricevere grandi consensi sia dalla critica che dal pubblico. Insegnante di Discipline Pittoriche a Messina, è proprio qui che ormai Scopelliti vive ed opera dal 1991.

Dal 1976 ad oggi l’artista reggino ha preso parte a numerose rassegne, tra queste ricorderemo quella del 2006 dal titolo “Frammenti” presso il Palazzo Duchi di Santo Stefano a Taormina (Me), in collaborazione con la Fondazione Mazzullo e con il patrocinio della Provincia Regionale di Messina. L’ultima sua personale, invece, è di pochi giorni fa. Il 3 settembre scorso, infatti, Scopelliti ha esposto le sue opere al Castello Gallego di Sant'Agata di Militello, Messina, ospite dell'Amministrazione Comunale.

Scopelliti ha risposto alle domande di InfoOggi.it aprendo le porte del suo mondo artistico e rivelandoci la poetica generatrice delle sue opere.

“Scopelliti colpisce il legno, ne strappa le fibre con le mani in modo casuale, impasta colla e sabbia, aggiunge gesso e resina, ricicla carta da forno o da imballaggio, stende il colore con le dita e con la spatola facendo emergere i bianchi purissimi abbacinanti o sprofondando il nero in piani profondissimi”. Queste le parole con cui Mariateresa Zagone definisce la maestrìa con cui realizza le sue opere. Quanto è importante la materia nel suo modo di concepire l’arte?

“La materia è l'opera. Qualunque opera d'arte è materia; mi piace manipolare i materiali, sceglierli e "gestirli"; mi piace poi, farmi guidare dalla materia nei processi compositivi, mi aiuta a intravedere spazi, forme, figure e segni, mi suggerisce quasi. È un continuo scambio di informazioni fra me e la materia, quasi un "gioco". La ricerca pittorica mi ha portato a sperimentare diversi materiali, ed ogni volta è un arricchimento del mio personale bagaglio, così da scoprire nuovi orizzonti linguistici per le mie pitture”.

Graffiti schizzati di colore, crepe e tagli ricoprono “frammenti di tempo”, quasi a segnare con forza ogni minuto di un orologio immaginario, che lascia dietro sé ciò che rimane di sogni passati. Da cosa nasce questa malinconia che si percepisce nella visione delle opere?

“La malinconia? E’ uno dei tratti del mio carattere, chi mi conosce la percepisce nel mio vivere e, le mie opere, ne parlano. È forse questo mio sentire scorrere il mio tempo, questo voler ricercare le tracce, i segni, le nostre impronte. Fermarsi a registrare questi lenti sgretolamenti della materia, il sapere che sono "solo passaggi...passaggi di tempo" per dirla come Fabrizio de Andrè”.

“Realismo astratto”, un connubio che sembra in apparenza un ossimoro impossibile, in lei è presente. Si avverte un attaccamento alla realtà che quasi svanisce nel sogno. Quale dei due elementi predomina sull’altro?

“Realismo? Astrattismo? Difficile per me quantificare le percentuali, vi sono entrambi. Ritengo siano due componenti essenziali della mia pittura, legati ed intrecciati indissolubilmente, come nei sogni laddove si vivono situazioni senza tempo, dove ci si può confondere con i tempi, le situazioni, i personaggi, laddove riaffiorano segni, motivi, musiche che erano lì, sotterranei. A chi mi chiede di definire con un termine preciso la mia pittura o, a quale corrente artistica mi avvicino, io non so rispondere in maniera secca e precisa. Il mio approccio alla costruzione dell'opera è da pittore informale. La ricerca cromatica e la tecnica che utilizzo sono da pittore astratto, non ho colori preferiti, la cura dei segni delle tracce formali e decorative, nascoste e non, sono da pittore figurativo…non so! La cosa non mi appassiona molto se devo essere sincero. Cerco solo di fare quel che mi piace fare, non mi sento interessato alle catalogazioni o alle omologazioni”.

Opere compatte composte di frammenti. Anche qui un’opposizione crea l’unione. Le sue opere sembrano ben rispecchiare la fragilità dei tempi moderni, in cui un passato glorioso fa posto all’ansietà dell’ora moderna. Quanto sono calate nel presente queste sue rappresentazioni artistiche?

“È uno dei motivi per cui definisco le mie opere "frammenti di memoria", questa contrapposizione tra il mio mediterraneo (il nostro!) passato, con le sue tracce, un passato non sempre glorioso ma nel quale la ricerca della bellezza era un valore condiviso, ed il presente (il mio!) denso di contaminazioni. Mi ritengo e, sono, figlio della realtà urbana, della città, le spazialità nelle mie opere sono i richiami alle architetture moderne, la cura del dettaglio è l'amore per l'artigianato, per i decoratori di un tempo”.

Demetrio Scopelliti ha in programma, per il prossimo anno, una mostra nel capoluogo siciliano.

Ricordiamo che gli artisti interessati che vorranno approfittare dell'opportunità di essere inseriti nella rubrica InArt possono inviarci una descrizione del proprio lavoro, biografia, curriculum artistico, qualche foto o video delle proprie opere e/o delle proprie performance. La redazione provvederà a selezionare il materiale ricevuto e a pubblicare periodicamente - all'interno della rubrica (M) arte - recensioni e interviste. Il materiale può essere inviato all'indirizzo e-mail inart.infooggi@gmail.com

Katia Portovenero[MORE]