In scena al Teatro Kismet l'Amleto di Maria Grazia Cipriani
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BARI, 5 MARZO 2011 - Nell’Amleto di Maria Grazia Cipriani, messo in scena al Kismet di Bari dal Teatro del Carretto, è la scenografia a trionfare sulla drammaturgia. La vera protagonista non-attrice della rappresentazione è la scena intorno alla quale ruota l’intera vicenda di Shakespeare. Lo spettacolo, costruito in modo cinematografico, con spezzoni teatrali e scenette sovrapposte l’una all’altra, rende l’idea di un uomo oppresso dai dubbi sull’esistenza e su ciò che essa comporta.[MORE]
Assalito dai sensi di colpa e in bilico tra follia e fragilità, Amleto, sembra imprigionato sul palco racchiuso da teli rossi che permettono agli attori di sgusciare via o di rientrare sulla scena in breve tempo. Questo espediente molto efficace dal punto di vista visivo, delinea ancor più la figura del protagonista chiuso tra le pareti purpuree del suo inconscio tra l’essere e il non essere. Il sapore della scena un po’ alla Kubrick, richiama la navicella Hal 9000 di 2011 Odissea nello Spazio, rossa, costruita a piccole celle, in grado di controllare chiunque. HAL non impazzisce ma molto più drammaticamente, va in crisi perché il suo sistema binario viene stravolto dalla presenza di un segreto da conservare, di una menzogna da dire e si porta con sé il destino degli umani.
Il Re, Ofelia, Rosencrantz, Guildenstern e Polonio, fantocci dal primo momento, non sono altro che pedine di scacchi in cui Amleto è il giudice supremo e in ginocchio alla loro sinistra, li osserva nella replica in miniatura.
La scelta del registro della rappresentazione, che va dal grave all’acuto, porta ad un continuo salto tra comico e tragico, leggero e lirico, dalla visione del corpo nudo esanime di Ofelia fino al culminare nella divertente danse macabre degli scheletri bianchi intorno al monologo del protagonista. Uno spettacolo che non lascia indifferenti, in grado di regalare ad un pubblico esperto, una serie di immagini artistiche e di grande effetto.
(Interpreti: da Alex Sassatelli, Elsa Bossi, Giacomo Vezzani,Nicolò Belliti, Giacomo Pecchia,Carlo Gambero e Andrea Jonathan Bertolai, il lavoro del Carretto è stato finalista al Premio Ubu 2010 come "Spettacolo dell’anno")
Roberta Lamaddalena