Imu, Palazzo Chigi: «Nessuna tassa sulle seconde case». Ma Codacons avverte sull'aumento dell'Iva
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ROMA, 30 AGOSTO 2013 - Appena due giorni fa il premier Letta ed il suo esecutivo di governo annunciavano con grande soddisfazione il provvedimento con il quale veniva abolita l’Imu 2013 e l’entrata in vigore nel 2014 della nuova tassa patrimoniale: la service tax.[MORE]
Oggi, dopo nemmeno 48 ore, lo stesso governo Letta deve far fronte alle critiche avanzate dai proprietari di immobili, e relative associazioni di categoria, tutti preoccupati che la copertura finanziaria necessaria per la seconda rata di dicembre possa essere reperita da una maggiore tassazione sulle cosiddette seconde case.
Così, proprio in merito a tale questione, è stata emessa una nota ufficiale: «Palazzo Chigi smentisce le indiscrezioni su nuove ipotesi di tassazione sulle seconde case, per coprire il provvedimento sull’Imu, riportate su alcuni giornali stamani». Dunque, non ci sarebbe nulla di vero su tale aumento ma si tratterebbe, come si legge sempre nella nota, soltanto di «indiscrezioni che si riferiscono a bozze circolate nei giorni scorsi e che non faranno parte del provvedimento che sarà in Gazzetta Ufficiale».
Una precisazione dovuta quella dunque emessa da Palazzo Chigi su un aspetto del provvedimento che dalle prime letture lascia intendere il ritorno della tassazione Irpef sugli immobili sfitti risultanti come seconda casa.
Ma sempre sulla questione della copertura finanziaria a tenere banco, in queste ultime ore, sono le ben più gravi e preoccupanti ipotesi di un aumento dell’Iva. A tal proposito severo è l’intervento di Codacons: «l’aumento dell’Iva sarebbe ancora peggio dell’Imu. Meglio ripristinare l’Imu che aumentare l’Iva che avrebbe effetti nefasti su consumi ed inflazione».
Infatti, come si legge sempre nella nota di Codacons, «l’Iva essendo proporzionale, a differenza dell’Imu, che, grazie alle rendite catastali, ha un barlume di progressività, farebbe molto più male a quelle famiglie che non arrivano a fine mese. Se l’Iva aumentasse – viene ulteriormente spiegato – ci sarebbe, a regime, un aumento dei prezzi dello 0,6% ed una stangata, per una famiglia di 3 persone, pari a 209 euro».
(Immagine da agi.it)
Giovanni Maria Elia