Imu, prima rata anche per le case di lusso: riammessa proposta del Pd. Ma il Pdl si oppone
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ROMA, 7 OTTOBRE 2013 - Dopo le recenti fibrillazioni ed i mancati ribaltamenti, con il voto di fiducia al governo messo alle spalle da appena una settimana, il Parlamento riprende le proprie attività. Tra i punti all’ordine del giorno torna il decreto Imu che mercoledì pomeriggio verrà discusso in aula. [MORE]
Alla commissione Bilancio e Finanze della Camera è stato infatti presentato dal Pd un emendamento che prevedeva la reintroduzione del pagamento dell’imposta sulla prima casa per le abitazioni con rendita catastale superiore ai 750 euro. Proposta questa che è stata respinta dai presidenti della Commissione, Francesco Boccia del Pd e Daniele Capezzone del Pdl, poiché considerata inammissibile “per estraneità di materia”.
L’emendamento, sempre secondo i presidenti, «non reca disposizioni strettamente connesse o consequenziali a quelle contenute nel testo del decreto-legge». Una proposta sul quale il Pd confida per riportare l’Iva al 21% ed è per tale ragione che i firmatari del testo, il primo è Mario Marchi, hanno annunciato che stanno valutando una possibile riformulazione.
«Noi abbiamo presentato gli emendamenti per sollevare delle questioni - ha affermato il parlamentare Marchi – possiamo anche ritirarli o trasformarli in ordine del giorno, ma comunque chiediamo che si ragioni e non si blindi il testo».
Su tale rifiuto è intervenuto il presidente della Commissione Francesco Boccia che ha spiegato come «Saccomanni ha pagato con sollecitudine ai Comuni la compensazione per il mancato gettito della prima rata Imu. A questo punto – ha continuato Boccia – diventerebbe complicato modificare le norme del decreto». L’impressione in realtà è che una tale modifica rischierebbe di mettere di nuovo in discussione gli equilibri ritrovati ma sempre precari che intercorrono tra il Pd ed il Pdl.
Aggiornamento alle ore 19.30 – I presidenti delle Commissioni Bilancio e Finanze, il Pd Francesco Boccia e il Pdl Daniele Capezzone hanno deciso di riammettere l'emendamento del Pd al decreto Imu - all'esame della Camera – che prevede la riduzione dei contribuenti esenti al di sotto del tetto di una rendita catastale pari a 750 euro per la prima casa. Rimane, invece, esclusa la parte del dispositivo di legge che destinava il gettito alla riduzione dell'aliquota Iva dal 22 al 21% fino a fine anno. Il testo sarà votato domani.
Tuttavia proprio la riammissione di tale emendamento ha sollevato le proteste del Pdl. Il presidente Pdl della stessa commissione interessata, Daniele Capezzone, ha parlato di «atto di autolesionismo» da parte del Pd spiegando che si tratta di «un emendamento del tutto punitivo verso una quota rilevantissima di contribuenti. Il Pd – continua Capezzone – verrebbe meno ad un impegno politico pubblico e solenne del governo».
Sulla stessa lunghezza d’onda il capogruppo Pdl al Senato, Renato Schifani: «Non arretreremo di un millimetro sul programma concordato con l’esecutivo e in particolare sull’Imu. Non intendiamo far pagare a nessun prezzo al governo per le vicende di Berlusconi. Le modalità per l’abolizione dell’Imu si possono migliorare – ha continuato Schifani - ma è escluso che questo possa accadere in Parlamento con maggioranze trasversali che non siano la maggioranza politica che sostiene il governo».
(Immagine da italiaoggi.it)
Giovanni Maria Elia