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PALERMO, 16 APRILE 2015 - Ennesima tragedia nel Mediterraneo: la squadra mobile di Palermo ha fermato la notte scorsa quindici migranti (tra loro anche un minorenne) di religione musulmana, accusati di aver scaraventato in mare lungo la traversata del Canale di Sicilia almeno 12 loro compagni di viaggio, nigeriani e ghanesi, di religione cristiana. Ancora non è chiaro se le vittime fossero al momento in vita o già morte.[MORE]
L’accusa è di omicidio plurimo, aggravato dall’odio religioso: secondo una prima ricostruzione dei fatti, resa possibile dalle dichiarazioni di altri profughi, sul gommone, in navigazione dalla Libia verso le coste siciliane, sarebbe scoppiata una rissa per “motivi religiosi”, in cui i musulmani hanno avuto la meglio. Altri cristiani sono invece riusciti a salvarsi: per la polizia i «superstiti si sarebbero salvati soltanto perché oppostisi strenuamente al tentativo di annegamento, in alcune casi formando anche una vera e propria catena umana».
Le indagini sono coordinate dal procuratore aggiunto Maurizio Scalia, che questa mattina ha ricevuto un rapporto sul caso: entro 48 ore la Procura potrà convalidare l’arresto dei quindici migranti (di nazionalità ivoriana, malese e senegalese), rinchiusi dopo il fermo della polizia palermitana nel carcere di Pagliarelli.
Secondo le testimonianze di altri migranti, quattro naufraghi arrivati stamani nel porto di Trapani a bordo della nave Foscari della Marina Militare, nella stessa area si sarebbe consumato nei giorni scorsi un nuovo naufragio con 41 vittime.
Domenico Carelli
(Foto: la stampa.it)