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ROMA, 9 MARZO 2014 - Ridurre l’Irap o l’Irpef? E’ questa la domanda che in queste ore impegna maggiormente gli economisti del governo Renzi.
Come previsto infatti il cosiddetto piano Jobs Act prevedrà un taglio per 10 Miliardi del cuneo fiscale e nonostante sia assodato l’obiettivo da perseguire è del tutto incerta la strada da imboccare.
Renzi avrebbe l’intenzione di concentrare tutte le risorse economiche del tesoretto da 10 miliardi per sgravare le tasse sui lavoratori, tramite quindi la riduzione dell’imposta Irpef per i redditi da lavoro autonomo e dipendente.
Il fine sarebbe quello di alleggerire la pressione fiscale sui consumatori finali e muovere quindi verso un aumento dei consumi.
Tuttavia la strada voluta da Renzi non è condivisa da parte del suo ministero. I vice ministro dell’Economia, Enrico Morando e il vice ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, chiedono di puntare invece sul taglio dell’Irap, o quantomeno di creare un mix di politica fiscale mirato sì al taglio dell’Ipref, ma che sia seguito anche da una riduzione del 30% dell’imposta regionale sulle attività produttive.
Le pressioni per un cambio di strategia non sono però solo interne all’esecutivo. C’è infatti da ascoltare anche le parti sociali. A partire da Confindustria che per bocca del Presidente Squinzi, ha così commentato la questione: «L’abbassamento delle tasse è sicuramente una cosa giusta, però per noi prioritariamente bisogna ridurre il costo del lavoro. Soltanto attraverso una riduzione del costo del lavoro le aziende italiane rimarranno competitive e ci sarà ancora una possibilità di attrarre investitori esteri o di far sì che gli investitori esteri mantengano gli investimenti che hanno già in Italia».
Confcommercio d’altra parte è più propensa ad un’azione combinata di taglio all’irpef ed all’Irap. «E’ evidente– commentano da Confcommercio - che per aiutare il sistema economico nel suo complesso si devono usare necessariamente due leve: lo stimolo ai consumi, vero problema strutturale della nostra economia, con la riduzione delle aliquote Irpef per dipendenti, lavoratori autonomi, pensionati e imprenditori e non l’aumento delle detrazioni; ma anche ridurre il costo del lavoro, leggasi Irap, per dare una boccata di ossigeno alle imprese».
Si attende ora la risposta definitiva del Ministro dell’Economia, Padoan, più propenso secondo fonti ministeriali a ritoccare l’imposta regionale sulle attività produttive, mentre i sindacati fanno pressione affinchè sia l’Irpef l’imposta ritoccata da questo piano di riduzione fiscale.
Per Bonanni della Cisl infatti «se il Governo ha davvero deciso di concentrare i dieci miliardi di euro per ridurre le tasse ai lavoratori e ai pensionati sarebbe un segnale molto positivo». Sposano questa iniziativa anche CGIL e UIL. Il taglio dell’Irpef porterebbe infatti ad un aumento nella busta paga dei lavoratori dipendenti e autonomi un aumento oscillante tra gli 80 ed i 100 euro. Un po’ di aria, in questo periodo di rigidissime strette economiche.[MORE]
Sergio Sulmicelli
foto da: tgcom24.it