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HIROSHIMA, 06 AGOSTO 2014 – Si chiamava Little Boy, pesava sessanta chili e alle 8 e 14 della mattina del 6 Agosto 1945 ha quasi completamente raso al suolo la città di Hiroshima.
La mattina del bombardamento
Furono circa 80mila le vittime della bomba all’uranio sganciata sui cieli giapponesi dal bombardiere americano Enola Gay, che detonò sopra il centro della città a circa 580 metri dal suolo. Quarantatre secondi dopo essere stata sganciata, la bomba disintegrò quasi totalmente tutti gli edifici della città, lasciando un deserto desolante laddove, pochi secondi prima, si trovava una delle più fiorenti metropoli giapponesi.
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La cerimonia di commemorazione
A sessantanove anni da uno dei più rapidi e devastanti massacri della storia umana, il Giappone si è fermato a ricordare le vittime dell’atomica con una toccante commemorazione al Peace Memorial Park. All’evento, trasmesso in diretta dalla tv pubblica Nhk, erano presenti 45mila persone, compreso il premier giapponese Shinzo Abe, il sindaco di Hiroshima Kazumi Matsui e l'ambasciatrice statunitense Caroline Kennedy.
Il Monumento della Pace
Dopo lo scoppio della bomba, solo qualche scheletro di cemento armato rimase in piedi, solitaria presenza nel desolante deserto che era improvvisamente diventata la città giapponese. Uno di questi scheletri esiste ancora oggi ed è, ormai, diventato un vero e proprio simbolo. Prima della mattina del 6 Agosto di sessantanove anni fa, era la Sala della Prefettura per la Promozione Industriale, oggi è invece il Monumento della Pace di Hiroshima, situato a pochi metri dal punto sopra il quale detonò la bomba. Si staglia lì, silenzioso e immobile nel panorama di una città ormai completamente ricostruita, come una cicatrice di cemento che testimonia l’atroce ricordo di un sole all’uranio esploso all’improvviso nel cielo di Hiroshima.
(fonte www.rainews.it)
(foto newapocalypse.altervista.org; nell’immagine il Monumento della Pace dopo lo scoppio della bomba)
Elisa Lepone