"Il sogno di una vita da musicisti": intervista agli Stanis, band Pop Rock romana
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"Il sogno di una vita da musicisti": intervista agli Stanis, band Pop Rock romana

venerdì 11 dicembre, 2015

NAPOLI, 11 DICEMBRE 2015 - Lo scorso 4 dicembre in tutti i digital stores e sulle piattaforme di streaming digitale è uscito "ICARO", il secondo singolo degli STANIS, gruppo Pop Rock romano, estratto dall'omonimo EP, rilasciato il 1 agosto 2015.

Formatasi nel 2012, da un'idea di Giacomo Bartalini (voce, chitarra e leader) e dall'incontro artistico con Marilù Massafra (Voce), Gianluca Coccia (Batteria), la band romana, con l'EP ICARO, ha raggiunto la sua identità artistica, frutto della sinergia, creata dal costante lavoro insieme dei membri del gruppo.
Grazie ad un'intensa attività live, nel corso degli anni, gli Stanis si sono imposti nel panorama Rock di Roma e del centro Italia, e, negli ultimi mesi, grazie alla presenza sul web e sulle piattaforme musicali di streaming, stanno conquistando ed incuriosendo il pubblico.

La band ha rilasciato un’intervista ad Infooggi. Buona lettura! [MORE]

Come e quando nasce il progetto Stanis e perché la scelta di questo nome per la band, che rimanda ad uno dei protagonisti della famosa serie televisiva Boris?

Stanis nasce dalla voglia di condividere un sogno, quello di una vita da musicisti. Perché il riferimento a Boris? Perché, nonostante le nostre sonorità americane, siamo “tanto italiani” e facciamo quindi le cose “alla cazzo di cane”, che a dispetto degli sforzi vengono fuori piuttosto bene.

Come presentereste la vostra musica a chi ancora non vi conosce? Quali sono le vostre influenze musicali oltre ai Nirvana che mi pare abbiano ispirato il brano “La mia verità”?

Come detto sopra, il nostro stile è molto più americano che italiano. Nel nostro immaginario collettivo non riusciamo a trovare dei gruppi italiani che siamo simili al nostro operato se non magari affacciandoci oltre oceano, ispirandoci a gruppi come Placebo, Kings of leon, Foo Fighters...ma con la bellezza di quegli artisti italiani che ci accompagnano quotidianamente: Baustelle, Zen Circus, Ministri, Levante,etc. e forse è meglio cosi.

Quanto è difficile oggi per dei giovani musicisti emergere visto che l'industria musicale punta soprattutto sui cantanti provenienti dai talent show televisivi?

Molto,moltissimo. Il motivo è semplice: il talent ti permette di creare pubblico immediatamente e senza costi eccessivi. Le case discografiche quindi si ritrovano un pacchetto in mano già pronto per l'utilizzo.

Il vostro primo Ep “Alla gente piace morire” contiene un pezzo intitolato “Fabio Volo”, come mai un brano a lui dedicato?

Perché siamo invidiosi del suo percorso artistico e di come, con poco sforzo intellettuale, riesca ad arrivare alla maggior parte delle persone.

Come nasce “Icaro”, il secondo estratto dall'omonimo EP, che dal 4 dicembre è in tutti i digital stores e sulle piattaforme di streaming digitale?

Se non ricordiamo male è l’ultima canzone scritta per l’EP e l’abbiamo scelta al posto di un altro paio, scritte molto tempo prima e che risentivano un po’ del tempo che passa. E’ una delle poche canzoni scritte e completate in breve tempo, circa un mese, che per Giacomo (Bartalini, leader della band, ndr) è una sorta di record, dato che spesso la struttura del pezzo arriva subito mentre il testo arriva molto tempo dopo.

Perché la scelta di utilizzare la Pietà di Pasolini come immagine della copertina del vostro secondo Ep?

Siamo rimasti colpiti dalla bellezza di questo murales (in realtà realizzato carta su muro) e l’abbiamo relazionato istantaneamente al pezzo “Icaro” che dà il titolo all’intero EP. La scelta ha, ovviamente, un significato, che non diremo per non condizionare la libera associazione di pensieri altrui. Pasolini è un eroe tragico, un’anima coraggiosa, la sua vita un esempio di libertà, di limpidezza intellettuale.

Progetti futuri? A quando il vostro primo LP?

Adesso la nostra attenzione si sposta sul portare dal vivo entrambi gli Ep, suonare il più possibile. Un Cd di 10/12 brani pensiamo sia anacronistico. Il modo di ascoltare la musica è cambiato molto con l’avvento di Internet. Senza generalizzare, se guardiamo a come ognuno di noi si comporta: si salta da un artista a un altro, da un genere a un altro e non abbiamo più la voglia di ascoltare un album intero, come facevamo 20 anni fa, quando si ascoltava uno stesso vinile per giorni e giorni, passando dal lato A al lato B non prima di una settimana. Adesso la nostra concentrazione non va oltre i 140 caratteri di un tweet o un video che non duri più di 1 minuto. Nella musica è la stessa cosa. Chi va in classifica, scende dopo un attimo, perché gli ascoltatori sono già passati a qualcos’altro. Si è perso il gusto di godere di qualcosa un po’ alla volta, dell’attesa.

Dove e quando sarà possibile ascoltarvi dal vivo?

Stiamo organizzando varie serate live a partire da gennaio e le annunceremo a breve sulla nostra pagina Facebook, quindi seguiteci e lo scoprirete presto.

Tre album da consigliare ai lettori di Infooggi

“Abbi cura di te” di Levante, “Live on the resolution tour” di Matt Corby e “Icaro” degli Stanis.

Antonella Sica


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