Il ruggito di Bellocchio, Leone d'oro alla carriera:  "sono un ribelle moderato"
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Il ruggito di Bellocchio, Leone d'oro alla carriera: "sono un ribelle moderato"

venerdì 9 settembre, 2011

VENEZIA, 9 SETTEMBRE 2011 - Standing ovation e la commozione delle grandi cerimonie per la consegna del Leone d'oro alla carriera a Marco Bellocchio. La cerimonia si è aperta col corto di Pietro Marcello che ripercorre la carriera del regista piacentino, da "Pugni in tasca" al recente "Vincere", peraltro trasmesso dalla Rai in prima serata sul terzo canale per omaggiare il Maestro. [MORE]Poi è intervenuto l'amico-rivale Bernardo Bertolucci, che in conferenza stampa Bellocchio aveva confessato di invidiare, perchè mentre girava "Nel nome del padre", il collega parmense era a Parigi per le riprese del suo "ultimo tango". Bertolucci ha spiegato come la provenienza da due città vicine ma diverse per storia e cultura - Piacenza e Parma - non fosse l'unica differenza tra i due, visto che Bellocchio era stato forse più appassionato di cinema free inglese e Bertolucci della Nouvelle Vague.

A stemperare la commozione del neo-Leone d'oro alla carriera, ha contribuito un gustoso episodio raccontato da Bertolucci: "Anni fa all'Accademia di Brera mi si avvicina una persona dal pubblico, adorante. E mi dice: «la seguo da sempre, dai tempi dei Pugni in tasca». Io gli ho risposto: «Magari fossi stato capace di esprimere la stessa rabbia»".

Proprio in tema di "rabbia", Bellocchio ha affidato ad un appunto scritto il commento per l'onoreficenza ricevuta: ""Mi chiedono spesso: ma la tua rabbia dov'è finita? Io rispondo che sono un rivoluzionario, ribelle moderato. Un ribelle che ha rinunciato alla violenza. Le mie immagini sono cambiate perché la mia vita è cambiata, ma ho conservato una naturale inclinazione per chi è oppresso. La libertà è la cosa più preziosa per un artista: la libertà d'immaginazione, che mi obbliga a rifiutare il "lo devo ai compagni per non essere considerato reazionario".

Ma il regista ne ha avute per tutti in questi giorni. A proposito di politica, ha affermato di essere ancora di sinistra ed antiberlusconiano, ma più tollerante rispetto al passato. Sul cinema italiano, poi, ha espresso un giudizio impietoso, osservando come tutti si buttino sulla commedia anzichè cercare strade nuove.

Poi la parola è passata al grande cinema, con una nuova versione del suo "Nel nome del padre" (1971). Infine la festa in onore del Maestro sulla spiaggia dell'Excelsior.

Antonio Maiorino

 


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