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NAPOLI, 23 GENNAIO - Dopo diciotto anni di egemonia bassoliniana e per la prima volta nella storia democratica della cittadinanza, Napoli oggi è chiamata ai seggi per scegliere il proprio candidato sindaco. Il 23 gennaio è la domenica delle primarie del PD napoletano: una data importante e storica, per un partito che cerca di affrancarsi dai decennali fallimenti dei suoi dirigenti attraverso il coinvolgimento degli elettori, dei sostenitori, delle persone reali.[MORE]
Sapremo stasera (chiusura prevista alle 21) come avrà risposto la città a quest’ultimo appello dei politicanti all’impegno civico dei votanti (contributo minimo di 1 euro; soglia minima d’età: 16 anni).
Intanto, giusto per chiarirci le idee su che cosa offri il tanto osannato rinnovamento politico della classe dirigente di sinistra, possiamo indagare biografia e proposte dei cinque candidati:
- Nicola Oddati: [classe 1964] dopo una lunga carriera sindacale alle spalle, dal 2001 orbita nella giunta di Iervolino con vari mandati. Nel promuovere la sua candidatura, ha giustamente puntato molto sul patrimonio culturale della città partenopea, rimarcando il suo impegno per valorizzarlo, come dimostra il risultato già conseguito (come assessore alla Cultura) con l’assegnazione per il 2013 del Forum Universale della Cultura (progetto nato a Barcellona nel 2004 e che nel 2013 arriverà alla sua quarta edizione, trasformando Napoli nella capitale mondiale della cultura per centouno giorni);
- Umberto Ranieri: [classe 1947] filosofo e docente universitario. Sviluppa la sua comunicazione politica intorno a pochi ma esaustivi termini chiave, quali dinamismo, meritocrazia, benessere, creatività, e soprattutto attivismo: basta con i lassismi e i cantieri perennemente aperti. Il suo progetto è quello di costituire un governo che fornisca ai cittadini gli strumenti per diventare essi stessi protagonisti del loro futuro;
- Gino Sorbillo: [classe 1974] ex carabiniere, ha ereditato la pizzeria di famiglia nella zona Tribunali. Quale giovane e già affermato imprenditore locale, ha basato la sua campagna sulla conoscenza del territorio (più che sui più ampi spazi della comunicazione mediatica), sfruttando un rapporto di stima già consolidato con la gente comune. Legato alle tradizioni (non potrebbe essere altrimenti per un pizzaiolo figlio d’arte), ma pronto a proiettarle verso logiche progressiste e moderne, con un’attenzione particolare alla cultura ecologista. Partito in sordina, il 20 gennaio riceve il pubblico apprezzamento del candidato (sulla carta più forte) Ranieri, che lo invita ufficialmente ad appoggiare la sua candidatura per unire gli sforzi e per lavorare uniti ad un reale cambiamento. Offerta accettata e voti che così confluiranno nella lista di Ranieri;
- Libero Mancuso: [classe 1941] magistrato in pensione (dopo lunghi anni di battaglie giudiziarie contro il terrorismo e la criminalità). Si appella alle categorie sane dei napoletani, alla maggioranza dei cittadini che hanno a cuore il destino della città, ai lavoratori che lottano contro l’ineluttabilità del degrado: Napoli, per la sua storia e per la ricchezza culturale sua e dei suoi figli, non può essere ridotta a mera questione locale. Essa riguarda l’intera nazione e il modo in cui gli altri paesi guardano alle nostre capacità gestionali;
- Andrea Cozzolino: [classe 1963] parlamentare europeo. È sicuramente il candidato che riesce meglio a concliare il vecchio modo di fare comunicazione politica (comizi e piazze) con i nuovi strumenti offerti da Internet (social network & co., più adatti alle aspettative e al linguaggio ricettivo di un pubblico giovane).
A tal proposito, ad esempio, ragguardevole il tentativo di presentare sul proprio sito internet un’agenda programmatica precisa da rispettare in caso di elezione: che annovera, oltre a concetti astratti e troppo spesso dialetticamente abusati (come migliorare la vivibilità di Napoli e ripulire la città dal traffico e dai rifiuti), proposte concrete e universalmente auspicabili, quali la rivalorizzazione del porto come snodo per commerci internazionali e la realizzazione dell’area pedonale più estesa d’Europa (dal centro antico alla città collinare).
In conclusione, l’augurio migliore che si possa fare non può essere ancora una volta quello classico e banale del vinca il migliore: meglio auspicarsi invece che stavolta sia Napoli a vincere, e non un solo uomo.