Il pensiero che vola lì da voi a Fukushima, vi diciamo già: "GRAZIE SAMURAI"
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FUKUSHIMA (GIAPPONE) – 50 operai che tentano disperatamente di salvare il salvabile. Operai che lavorano giorno e notte senza né cibo né acqua per salvare la centrale nucleare di Fukushima, meglio nota come “Fukushima Daiichi”. 50 operai che già conoscono il loro destino.[MORE]
Dall’11 marzo 2011 cinquanta operai anzi, cinquanta eroi, sono impegnate per salvare la popolazione giapponese e non solo. Una storia più che commovente che vede protagonisti degli esseri umani che si sacrificano per le loro famiglie e per il mondo intero. Il terremoto seguito dal maremoto che ha colpito il Giappone l’11 marzo 2011, sta tenendo in apprensione tutto il mondo. A far capire il loro coraggio e la loro sofferenza, sono proprio le loro mail che partono da Fukushima 1 tramite gli unici mezzi di comunicazione rimasti. Messaggi terribili, del tipo “Moglie, non tornerò”, o anche “Accetto il mio destino come se fosse una condanna a morte”. E come in una guerra, la loro diventa una missione suicida. Basti pensare all’incidente di Chernobyl nel 1986, quando i lavoratori sopravvissuti si spensero flebilmente, quasi tutti assieme, a circa tre mesi dalla prima esposizione alle radiazioni letali. Mail disperate che raccontano “Siamo senza cibo, andiamo avanti in condizione durissime ma ce l’abbiamo quasi fatta”. E mentre Fukushima Daiichi continua a “fumare”, per i cinquanta eroi-samurai, quella terribile notte dell’11 marzo è sempre più lontana. Sappiate che tutto il mondo è lì, “abbracciato” a voi. GRAZIE SAMURAI!