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ROMA, 17 NOVEMBRE - Ad otto mesi dalla sconfitta elettorale il Pd da il via all'Assemblea nazionale chiamata a lanciare il congresso e le primarie.
In giornata si svolgerà la Direzione che deve nominare la Commissione congressuale a cui toccherà definire il regolamento del congresso.
In sala sono presenti tutti i candidati eccetto Matteo Renzi.
A parlare è il segretario uscente del Pd, Maurizio Martina: "L'incrocio storico tra domande di senso e battaglia per l'Europa, può rivelare la ragione stessa del nostro essere, del nostro fare, del nostro impegno per l'Italia. "Dobbiamo aprire un corpo a corpo con la destra dello status quo, da intraprendere per una Europa più sociale, che protegga e promuova i cittadini, che sconfigga una sensazione che attraversa la società. Abbandonare l'orizzonte europeo è una follia".
Sul congresso dice:" Se fatto a modo, con questa ambizione può essere uno strumento utile per parlare al Paese e ricostruire un rapporto con la società. Dipende solo da noi. Uno strumento non dice nulla di per sé, dipende dalle donne e dagli uomini che lo usano", e aggiunge "Vorrei che sentissimo fino in fondo la responsabilità di un percorso congressuale per la responsabilità, in grado di costruire l'unità, quella vera, perché si ha nella pluralità un fattore di ricchezza". "Facciamo in modo che tutti escano da questa esperienza un passo avanti ricordiamoci che il nostro nemico è la destra, che la partita vera comincia un minuto dopo e che a nessuno è consentito di giocare in modo tatticamente ossessivo".
Ha, inoltre, ricordato le elezioni regionali in Sardegna, Basilicata e Abruzzo: "In quelle regioni tutti i candidati vanno a fare campagna elettorale per il Pd, per vincere, sono sicuro che nessuno si sottrarrà a impegno unitario". "In bocca al lupo a tutti i candidati, chiunque sia, so che saremo una grande squadra prima, durante e dopo il congresso".
Ed infine sulle mobilitazioni nelle piazze italiane: "Noi tutti abbiamo guardato con interesse le piazze, quello che sta accadendo nel Paese. Le immagini di Torino, di Roma ci hanno colpito, le 70 piazze di ieri ci hanno colpito. Penso che si avverta, anche se in penombra, il rischio per il Paese che il governo fa correre e il dovere di una risposta".
Ed ha concluso: "Noi non siamo indifferenti a quelle mobilitazioni chiediamo uno sforzo oltre il Pd, ci mettiamo fianco a fianco quando le battaglie sono giuste, per una alternativa più larga, più nuova, dove il Pd non è esclusivo, non guarda dall'alto in basso né ci mette il cappello sopra, le guarda con rispetto. Noi dobbiamo metterci lì' in mezzo, con pazienza, sapendo che quella è la nostra ambizione".
Ludovica Portelli