Il Papa: Coerenza di vita tra fede e testimonianza
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10 NOVEMBRE 2014 - Durante l’angelus di questa domenica 9 novembre, Papa Francesco, facendo riferimento alla festa del giorno, la dedicazione della Basilica Lateranense, ha tracciato in un piccolo ritratto, il volto e la figura del vero cristiano, un uomo che è coerente nella vita fra la fede che professa e la vita che vive. "Questo è un cristiano!", non tanto per quello che dice, ma per quello che fa, per il modo in cui si comporta. Questa coerenza, che ci dà vita, è una grazia dello Spirito Santo che dobbiamo chiedere (Angelus).
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La storia di tutti i giorni ci attesta che le parole proferite possono diventare chiacchiere che volano nel vento disperdendosi, oppure diventano realtà e quindi trovano compimento. Oggi, da ogni parte veniamo bombardati da “fiumi di parole” tanto per citare una nota canzone sanremese, ma quante di queste sono vere e si avverano. Notiamo negli uomini dei nostri tempi tanta sfiducia accompagnata da rassegnazione. Questo perché? Perché si dicono false promesse che non possono corrispondere alla realtà.
Papa Francesco esorta con forza alla coerenza della vita. Il coerente è colui che dice e opera, promette e mantiene, progetta e costruisce. Il coerente è colui che con la fede crede in Dio e con la vita dimostra l’amore. E’ colui che con le labbra loda il Signore e con la testimonianza rende credibile questa lode. Le parole del Papa, seppur semplici e brevi, devono risuonare alle nostre orecchie come un vero esame di coscienza, per verificare lo stadio della nostra fede e l’autenticità del nostro cammino. Non servono attori che imparano un copione per recitarlo al momento opportuno. C'è bisogno di cristiani veri e seri che vivono ciò che professano. Chi incontra un cristiano deve poter dire: "io credo nel Dio di quest'uomo. io credo nel Dio che questa persona mi sta mostrando con il suo esempio". Chiediamoci: avviene sempre questo? Siamo buoni testimoni e maestri?
Dice il Santo Padre: “la Chiesa, all’origine della sua vita e della sua missione nel mondo, non è stata altro che una comunità costituita per confessare la fede in Gesù Cristo Figlio di Dio e Redentore dell’uomo, una fede che opera per mezzo della carità. Vanno insieme! Anche oggi la Chiesa è chiamata ad essere nel mondo la comunità che, radicata in Cristo per mezzo del Battesimo, professa con umiltà e coraggio la fede in Lui, testimoniandola nella carità”. (Angelus).
Il cristiano è amore. Attraverso di lui il Signore vuole manifestare oggi la stessa carità che ha manifestato per mezzo di Gesù. È una vocazione alta la sua. Dio vuole rivelare oggi al mondo quanto grande, potente, forte è la sua carità, la sua pietà, il suo amore. Se noi non glielo permettiamo, il mondo mai riuscirà a comprendere la ricchezza e la potenza dell’amore di Dio per esso.
Il mondo, purtroppo, è corrotto perché è privo dell’amore di Dio. Non lo conosce. Perché il mondo esca dalla sua corruzione è necessario che sia inondato di tutto l’amore del Padre. Questo ministero è affidato a noi. Il Signore ci ha chiamato perché liberiamo il mondo dalla sua corruzione. È questa la nostra missione. Per questo dobbiamo essere amore vero. Il cristiano è chiamato a dialogare con il mondo intero. Il suo deve essere un dialogo di vera salvezza. Noi parliamo all’orecchio dell’uomo. Lo Spirito del Signore scrive Cristo nel cuore dell’uomo. Lo crea. Lo compone. Lo realizza.
Don Francesco Cristofaro