Papa a Cuba: mezzo milione di persone per la messa. "Non si servono le ideologie ma le persone"
Estero Calabria

Papa a Cuba: mezzo milione di persone per la messa. "Non si servono le ideologie ma le persone"

domenica 20 settembre, 2015

L'AVANA, 20 SETTEMBRE 2015 - Un'immensa folla in festa ha accolto Papa Francesco in Plaza de la Revolution all'Avana, sventolando bandiere cubane e cantando inni religiosi, nel suo secondo giorno di vista a Cuba.

Con il ritratto del suo connazionale Che Guevara alle spalle e una grande scritta “Missionero de la misericordia” sotto una foto in bianco e nero del Papa e di Madre Teresa di Calcutta mentre accarezzano bambini malati, Francesco sta celebrando la messa nella piazza simbolo della rivoluzione - qui Fidel diede al popolo cubano la notizia dell'uccisione del Che in Bolivia da parte dei militari del regime l'8 ottobre del 1967 - ma anche del progressivo riavvicinamento tra l'isola comunista e il Vaticano, perché vi celebrarono anche Papa Wojtyla nel 1998 e Papa Ratzinger nel 2012. Al lato opposto della vastissima piazza, che può contenere oltre 600mila persone, tra bandiere vaticane e cubane al vento, un enorme manifesto del Cristo della Misericordia con le parole 'Vengan a mi' riveste i 20 piani della biblioteca nazionale. Tra la folla in piazza c'è il presidente Raul Castro e la presidente dell'Argentina Cristina Kirchner. [MORE]

Nell'omelia Bergoglio si è soffermato in particolare sul valore cristiano del “servire gli altri”: Per papa Francesco, “essere cristiano comporta servire la dignità dei fratelli, lottare per la dignità dei fratelli e vivere per la dignità dei fratelli”. Per questo, ha detto il Pontefice, “il cristiano è sempre invitato a mettere da parte le sue esigenze, aspettative, i suoi desideri di onnipotenza davanti allo sguardo concreto dei più fragili». Chi vuole essere grande, serva gli altri, e non si serva degli altri!”. Sta qui “il grande paradosso di Gesù”: “Chi non vive per servire, non serve per vivere”. Un “servizio” agli altri, a “coloro che sono fragili nelle nostre famiglie, società, nel nostro popolo”, quello invocato da Francesco che non è mai ideologico, dal momento che non serve idee, ma persone: “Non dimentichiamoci della Buona Notizia di oggi: la grandezza di un popolo, di una nazione; la grandezza di una persona si basa sempre su come serve la fragilità dei suoi fratelli. In questo troviamo uno dei frutti di una vera umanità”, ha concluso Berglio. Al termine della funzione Papa Francesco ha celebrato l'Angelus domenicale.

Nel pomeriggio, alle 16.00, le 23.00 in Italia, è prevista la visita di cortesia al presidente Raul Castro nel Palazzo presidenziale, con il colloquio privato tra i due e quello bilaterale tra la delegazione vaticana con il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin e i rappresentanti del governo. Il programma della giornata prevede poi la celebrazione dei Vespri con il clero locale nella cattedrale dell'Avana, alle 17.15 (il Italia sarà già lunedì) e il saluto ai giovani nel Centro culturale padre Felix Varela alle 18.30. Sempre oggi, anche se non è confermato ufficialmente, dovrebbe aver luogo un incontro di papa Francesco con l'anziano leader della rivoluzione cubana, Fidel Castro.

Francesco lancia il suo messaggio di pace - “C'è fame di pace nel mondo”, aveva detto ieri ai giornalisti prima dell'arrivo sull'isola caraibica - e cerca di raggiungere lo scopo della visita diplomatica: riavvicinare Cuba alla Chiesa cattolica, proseguendo un'operazione già iniziata dai suoi predecessori – Francesco ha ricordato la celebre frase "Cuba si apra con tutte le sue magnifiche possibilità al mondo e il mondo si apra a Cuba" pronunciata da Wojtyla al suo arrivo sull'isola il 21 gennaio 1998 - e favorire il processo di normalizzazione tra l'isola e gli Stati Uniti, risolvendo in particolare la spinosa questione dell'embargo Usa perché la “riconciliazione tra i due Paesi sia da esempio al mondo intero”. Argomenti dei quali discuterà più approfonditamente nei colloqui privati con i leader delle due nazioni.

Tiziano Rugi

 


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