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Il paese senza adulti di Ondine Khayat

Valeria Nisticò
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Il paese senza adulti di Ondine Khayat
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Oggi vi parlerò di un romanzo che mi ha stravolto il cuore. Di una storia drammatica, “inventata”, ma reale. Perché, purtroppo, di molti bambini potrebbe essere la realtà.

Slimane e Maxence sono due bambini. Il primo è il narratore della storia. Il secondo il suo fratello maggiore. La loro quotidianità è una lotta continua: il padre – dai figli chiamato il “Demone” – è sempre ubriaco e violento. La madre non ha mai la forza di reagire e lavora tutto il giorno per garantire un pasto alla famiglia e, soprattutto, da bere al marito. Il piccolo Slimane si affida totalmente alla cura del fratello che, con i suoi giochi, le sue parole, gli permette di evadere in un mondo tutto loro, senza oppressione e pianti, un mondo dove, con le loro ali di cartone, possono volare liberi fra le nuvole e dove dalle lacrime ci si protegge, come dalla pioggia, con un ombrello. [MORE]

Un giorno il Demone trova lavoro, tutto cambia. E’ più pulito, più gentile. Non beve come prima. Ma quando riperde il lavoro, l’incubo ritorna e con esso la brutalità. Il padre sprofonda in un abisso ancora più buio e Maxence non ce la fa più ad essere lo scudo e la colonna di casa, a soli tredici anni. Per questo decide di abbandonare tutti ed andare nel Paese senza adulti. Paese dove tutto è in mano ai bambini e dove la violenza non esiste.

Ma come farà Slimane a sopravvivere all’assenza del suo eroe? Sfido chiunque a non rimanere sconvolti dal gesto estremo di questo bambino di soli undici anni. Un gesto che gli permetterà di conoscere la speranza e scoprire la forza che ha dentro di sé.

Un libro coinvolgente, ingenuo e coraggioso…come i bambini.


«La luna è nascosta dietro a una nuvola. Forse la nuvola la sta picchiando e lei fa come mamma nelle sere di tempesta: aspetta che l’uragano passi. Forse c’è tutto un mondo, altrove, che noi non conosciamo».

 

Valeria Nisticò


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Scritto da Valeria Nisticò

Giornalista di InfoOggi

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