Il Ministro Gelmini: la Fiat fa bene a non rispettare la sentenza dei giudici
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ROMA – Maria Stella Gelmini, ministro dell’Istruzione, interviene sulla vicenda dei tre operai della Fiat di Melfi, ma, a differenza di Napolitano e Matteoli, che invitavano ieri al rispetto della sentenza del Tribunale del Lavoro, difende la presa di posizione dell’azienda torinese.
Durante un’intervista rilasciata oggi al Corriere della Sera, il ministro ha affermato: “Quella di Marchionne è una scelta coraggiosa. Si devono rispettare le sentenze, ma anche le aziende”
Continua dicendo che la Fiat “seguita a pagare gli stipendi dei tre operai e questo” secondo il ministro “dimostra che l’azienda in un certo modo ha rispettato la sentenza”.
Poi conclude con un attacco ai tre uomini: “Non vanno tutelati solo i tre operai, ma tutti i lavoratori. Soprattutto quelli che sono stati costretti a fermarsi quando i tre hanno bloccato quel macchinario paralizzando l’intera linea”. [MORE]
La vicenda che ha portato al licenziamento delle tre tute blu è ancora tutta da chiarire, la stessa Fiat ha fornito due versioni, in un primo momento ha accusato gli operai del blocco del macchinario, successivamente, in accordo con i giudici, ha fatto una parziale retromarcia affermando che il macchinario si era fermato accidentalmente.
Fatto sta che molti testimoni hanno dichiarato che quando sono entrati i tre operai, il robot della catena di montaggio era già fermo.
Piovono le critiche – Dure critiche alle affermazioni della Gelmini giungono da molte parti del mondo politico e sindacale. Secondo il coordinatore della segreteria nazionale del Pdci, Alessandro Pignatiello, il ministro ''dovrebbe pensare al buon funzionamento della scuola pubblica e preoccuparsi di garantire un'istruzione e una formazione consona ai giovani del nostro Paese invece di trasformarsi in una supporter di Marchionne e della Fiat, che sta disattendendo ad una decisione di un giudice”, e ancora “ chi sta con Marchionne fa il 'tifo' per uno Stato non di diritto ma di prepotenza. Evidentemente la Gelmini non ha letto la lettera inviata dal presidente della Repubblica Napolitano ai tre operai licenziati e non reintegrati al lavoro nonostante la decisione del Tribunale di Melfi''.
Anche la Flc Cgil, per bocca del segretario generale Domenico Pantaleo, ha fortemente contestato l’intervista parlando di un ministro “autoritario” e con “nostalgie del passato”, aggiungendo anche "non solo non compie una seria autocritica sulle politiche di vera e propria demolizione della scuola pubblica, sul licenziamento di migliaia di precari, sul non rispetto della Costituzione che garantisce a tutti il diritto di apprendimento, ma adesso si schiera con Marchionne nel negare il rispetto della sentenza dei giudici di reintegro dei lavoratori della Sata di Melfi ingiustamente licenziati.”
E infine, dura nei confronti del ministro è anche Silvana Mura, deputata di Idv: “''Comprendiamo che la Gelmini, che considera anche i diritti e le sentenze della magistratura del lavoro come l'ennesimo formalismo costituzionale e giuridico che intralcia la produzione, guardi piu' al modello Cina che all'Europa”.