Panama Papers: il governo pronto a collaborare. Russia: «Manovra contro Putin»
Estero Campania

Panama Papers: il governo pronto a collaborare. Russia: «Manovra contro Putin»

lunedì 4 aprile, 2016

MOSCA 04 APRILE 2016 – Attraverso una nota della Presidenza il governo di Panama si è detto pronto a cooperare sul caso dei cosiddetti 'Panama Papers', ricordando di aver dimostrato nei quasi due anni di mandato del presidente Juan Carlos Varela di essere assolutamente impegnato sul fronte della trasparenza.

«Il governo conduce una politica di tolleranza zero rispetto ad ogni aspetto del sistema legale o finanziario che non abbia alti livelli di trasparenza. Si coopererà con forza su qualsiasi richiesta o assistenza che sarà necessaria nel caso in cui si arrivasse ad un procedimento giudiziario», si legge nel comunicato. «Nell'ambito dell'attuazione della supervisione e del contrasto alle attività illecite -recita ancora la nota della Presidenza- sono state approvate sette nuove leggi che comprendono nuovi reati, così come la regolamentazione dei settori finanziari non tradizionali, come le società di avvocati e le attività immobiliari, al fine di accrescere la trasparenza e combattere l'uso inadeguato del nostro centro finanziario». [MORE]

Le reazioni dopo la pubblicazione del dossier "Panama Papers"

A seguito della pubblicazione del dossier, il Cremlino ha parlato di una montatura legata a "putinofobia", accusando gli Stati Uniti. Secondo la Russia infatti sarebbero agenti Usa gli autori dello scoop. Il Cremlino ritiene che l'inchiesta Panama Papers sia un modo per attaccare «la stabilità del Paese», e prevede in futuro altri «attacchi mediatici» al presidente Vladimir Putin.

Secondo il portavoce di Putin Dmitri Peskov, si è reso necessario denigrare il presidente russo in seguito ai «successi dell'esercito russo in Siria e alla liberazione di Palmira, passata sotto silenzio dai media occidentali». «Il vero obiettivo era Putin nonostante siano stati coinvolti altri leader mondiali» ha detto Peskov, il quale parlando dell'International Consortium ha poi aggiunto: «A Mosca sappiamo bene chi fa parte di questa cosiddetta comunità giornalistica. Ci sono molti giornalisti la cui occupazione principale non è il giornalismo, ci sono molti ex rappresentanti del dipartimento di Stato, Cia e altri servizi speciali. In Russia si sa chi finanzia questi giornalisti e la loro metodica è abbastanza prevedibile».

Nel mirino dell'inchiesta Panama Papers, pubblicato da Novaya Gazeta, non è infatti finito solo Putin ma diversi nomi importanti della politica russa: la moglie del portavoce di Putin Dmitri Peskov, Tatiana Navka, il figlio del ministro per lo Sviluppo Economico Alexei Ulyukayev, l'ex moglie del vice sindaco di Mosca Maxim Liksutov, il nipote del segretario del Consiglio di Sicurezza della Russia Nikolai Patrushev, il figlio del vice ministro dell'Interno Igor Zubov oltre a governatori e deputati.

Sarebbe coinvolto nello scandalo anche il presidente ucraino Petro Poroshenko, accusato di aver creato una società offshore evadendo milioni di dollari di tasse. Il deputato nazionalista Oleg Liashko ha chiesto l'impeachment contro il presidente ucraino. La procedura di impeachment richiede il voto di tre quarti dei deputati e la fazione di Poroshenko ha 136 seggi su 450 in parlamento. Il procuratore generale Vladislav Kutsenko si è schierato in difesa di Poroshenko e sostiene che non vi sono «elementi di reato».

La vicenda non ha risparmiato l’Italia. Dall’inchiesta è emerso infatti anche il nome di Luca Cordero di Montezemolo. Tuttavia ambienti vicini all’ex leader di Confindustria spiegano che «nè Montezemolo nè la sua famiglia possiedono alcuna società offshore».

Non solo politici

Nelle liste dei Panama Papers ci sono anche altri nomi famosi come quello del regista Pedro Almodovar e di suo fratello Agustin. Secondo il quotidiano spagnolo El Mundo il nome del regista viene collegato alla società Glen Valley Corporation, registrata alle isole Vergini nel 1991. Il portavoce di Almodovar non ha voluto commentare le notizie limitandosi a dichiarare che «la casa di produzione El Deseo, così come Pedro e Agustin Almodovar, sono in regola con i loro obblighi fiscali».

Coinvolto anche l'attaccante del Barcellona, Leo Messi, il quale avrebbe intenzione di presentare una denuncia contro il Consorzio internazionale dei giornalisti d'inchiesta (ICIJ) e il giornale tedesco 'Süddeutsche Zeitung'. Stando a quanto riportato da 'El Confidencial' e 'La Sextà, Messi e suo padre costituirono la società panamense nel 2013 e mediante la stessa avrebbero continuato a fatturare i diritti di immagine alle spalle del Tesoro spagnolo. La Corte di Barcellona ha fissato per il 31 maggio l'inizio del processo contro Messi e il padre Jorge Horacio Messi, accusati di aver frodato il Fisco per 4,1 milioni di euro tra il 2007 ed il 2009.

Dall’inchiesta spunta anche il nome dell'ex calciatore francese Michel Platini, attualmente sospeso dalle sue funzioni di presidente della Uefa in quanto accusato di corruzione. Platini ha riferito che i suoi conti bancari in Svizzera, finiti nello scandalo 'Panama Papers', erano già noti alle autorità. Secondo i documenti pubblicati dal Consorzio Internazionale dei Giornalisti Investigativi (ICIJ) e dal giornale tedesco 'Sueddeutsche Zeitung' Platini paga le tasse in Svizzera dal 2007.

[foto: tgcom24.mediaset.it]

Antonella Sica


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