Il giornalismo piange Lamberto Sechi, padre dei settimanali d'informazione
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MILANO – il mondo del giornalismo piange la scomparsa di Alberto Sechi, che si è spento a 89 anni a Cortina d'Ampezzo. Sechi era il decano dei settimanali d'informazione in formato tabloid ed ex direttore editoriale dei periodici Rizzoli. Orginario di Parla, dov’era nato nel 1922, era considerato il padre di “Panorama” di cui fu nominato direttore nel 1965 e lo trasformò in settimanale. [MORE]
Proprio nella testata della Mondadori Sechi coniò il motto (che dovrebbe essere di ogni giornalista, a qualsiasi livello e a qualsiasi latitudine) «i fatti separati dalle opinioni». Durante la sua direzione Panorama fu protagonista di molte innovazioni, dal linguaggio all'uso dell'immagine, costringendo il competitor L' Espresso all'inseguimento. Sempre i settimanale di Segrate fu il primo a introdurre il gossip, all’epoca chiamato pettegolezzo, e i primi nudi femminili in copertina che fecero molto discutere.
Sechi non diresse soltanto Panorama, ma anche altre testate nelle quali lasciò un ricordo indelebile per la generosità con la quale si spese per la crescita professionale dei colleghi. Era il direttore che ogni cronista avrebbe desiderato avere. Sotto la sua ala protettrice sono cresciute generazioni di giornalisti come Claudio Rinaldi, Toni Pinna, Claudio Sabelli Fioretti, Giulio Anselmi, Barbara Palombelli, Maria Luisa Agnese, Chiara Beria.
La sua carriera è stata lunghissima, passata tra l’Emilia degli esordi, per arrivare alla “Settimana Incom” e alla fondazione del mensile “Arianna”, primo femminile moderno, per conto della casa editrice Arnoldo Mondadori. Sempre per la Mondadori, successe a Nantas Salvalaggio, fondatore di «Panorama», allora mensile che Sechi, come detto, trasformò in settimanale. Lasciato Panorama alla fine degli anni 7o, Sechi diresse tra gli altri il quotidiano La Nuova Venezia e fu due volte direttore del settimanale L'Europeo.
Giovanni Dimita