Il Futurismo italiano in mostra al Guggenheim di New York
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Il Futurismo italiano in mostra al Guggenheim di New York

mercoledì 19 febbraio, 2014

NEW YORK, 19 FEBBRAIO 2014 - Il futurismo italiano sbarca per la prima volta negli Stati Uniti, con una mostra completa, approfondita e dettagliata su uno dei movimenti artistici più fortunati ed apprezzati del nostro paese.

Nel futuristico edificio progettato da Frank Lloyd Wright sulla Fifth Avenue si terrà, dal 21 febbraio al 1 settembre 2014, la mostra Italian Futurism, 1909–1944: Reconstructing the Universe, curata da Vivien Greene e che avrà come sponsor ufficiale Lavazza, brand simbolo del made in Italy che si accosta perfettamente ad un evento che vuole essere la celebrazione dell'Italia e della sua produzione artistica. Il direttore dell'azienda Francesca Lavazza ha, infatti, affermato: "Per Lavazza la relazione con l'arte non è nuova, da molto esploriamo questo mondo, in particolare l'arte contemporanea: i calendari che da vent'anni realizziamo con i più grandi maestri della fotografia internazionale ne sono solo un esempio".

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La mostra sul Futurismo che si terrà nella Grande Mela esplorerà il movimento a partire dalle sue origini, dalla pubblicazione del celebre Manifesto Futurista che Filippo Tommaso Marinetti pubblicò su Le Figaro nel 1909, annunciando la nascita di una nuova "era" oltre che l'inizio di una nuova corrente artistica, una rivoluzione sociale e culturale ancora contemporanea.

Le opere esposte al Guggenheim saranno circa 360, realizzate da Umberto Boccioni, Gino Severini, Carlo Carrà, Luigi Russolo, Balla e Depero. In mostra non solo dipinti ma anche fotografie, ceramiche, sculture, oggetti di design, mobili, cartelloni pubblicitari, costumi di scena, teatro e performance, per sottolineare la multidisciplinarietà di questo movimento artistico.

Ma il Futurismo non fu una corrente che si esaurì nel giro di pochi anni, come molti credono. Ed è la stessa curatrice Greene ad affermarlo: "E’ un mito che il Futurismo esistesse solo negli anni Dieci; infatti, il secondo Futurismo, negli anni Venti e negli anni Trenta, è stato un movimento molto ricco; e soltanto con la guerra e la morte di Marinetti si chiude questa tappa della storia italiana".

Infatti la mostra al Solomon R. Guggenheim Museum è la prima al mondo ad offrire una panoramica complessiva del Futurismo, dalla pubbliciazione del Manifesto di Marinetti fino alla sua scomparsa e della seconda guerra mondiale nel 1944, esplorando quindi il movimento nelle sue due "fasi": lo slancio iniziale e la "reincarnazione" degli anni '30 che si verificò dopo la Grande Guerra.

Valentina D'Andrea


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