Il Fondo monetario internazionale taglia le stime di crescita del Pil italiano a causa della Brexit
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WASHINGTON - Il Fondo monetario internazionale rivede al ribasso le previsioni di crescita dell’Italia. A spingere l’Fmi a tagliare le stime sull’economia è stato l’esito del referendum sulla Brexit, cioè l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea. [MORE]
La stima contenuta nell’articolo IV del rapporto annuale presentato martedì 19 luglio dall’organizzazione di Washington prevede per l’Italia una crescita del Pil dello 0,9% nel 2016 e dell’1% nel 2017, in calo rispetto al più 1,1% nel 2016 e più 1,25% nel 2017 inizialmente calcolato dal Fondo.
In un supplemento dell’Article IV si legge: “È atteso un proseguimento della ripresa, ma l’aumento della volatilità sui mercati finanziari e la maggiore incertezza complessiva potrebbe pesare su investimenti e crescita nel prossimo periodo”.
L’effetto Brexit per l’Italia si preannuncia, dunque, negativo: potrebbe colpire i conti pubblici, aumentando la vulnerabilità già alta. Ad aumentare è il debito pubblico: il picco raggiunto è 132,9% del Pil di quest’anno, mentre nel 2015 era 132,7%.La discesa del debito è prevista per il 2017, almeno secondo le previsioni del Fmi pre-Brexit, arrivando a 132,1%. Il rapporto deficit/Pil è segnalato al 2,4% per quest’anno e a 1,9% per l’anno prossimo. Nel 2015 l’Italia è uscita da un triennio di recessione, quando il Pil ha segnato +0,8%. Ma questo non basta, perché il Fmi crede che la situazione economica italiana non si ripristinerà ai livelli pre-crisi del 2017 se non dopo la metà del prossimo decennio.
Christine Lagarde, Direttore Operativo del Fmi, ha avvertito il Paese: “La crescita potrebbe essere troppo debole per risolvere le fragilità finanziarie e i conti pubblici potrebbero restare una fonte di vulnerabilità per un periodo prolungato”. Di conseguenza, si richiedono misure per incrementare la produttività, affinché la crescita dei salari reali in Italia non sia inferiore a quella degli altri Paesi europei.
Inoltre, il Fmi preme per una rapida risoluzione della qualità degli asset presenti nei bilanci delle banche, infatti teme che un ritardo nell’affrontare il possa ripercuotersi significativamente sia a livello regionale che mondiale: “Se i rischi al ribasso dovessero materializzarsi, le ripercussioni a livello regionale e globale potrebbero essere significative dato il peso sistemico dell’Italia” allerta l’organismo.
La Brexit colpisce anche sul fronte globale, tagliando le stime di crescita: è stato calcolato dal Fmi che il Pil globale aumenterà del 3,1% nel 2016, con 0,1 punti percentuali in meno rispetto alla precedente stima ad aprile. Lo stesso per il 2017, in cui si avrà una crescita al +3,4%, con ancora 0,1 punti percentuali in meno rispetto alle passate previsioni. In conclusione, La Brexit equivale ad un "un sostanziale aumento dell'incertezza economica, politica e istituzionale" con conseguenze negative soprattutto in Ue.
Eleonora Ranelli