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La Trinità è un grande mistero. Oggi don Giuseppe Carrabetta, approfittando della domanda di Manuela, ci aiuterà a comprendere qualcosa in più su tale argomento.
R. Carissimo/a, intanto serve una premessa perché ci si possa disporre ad affrontare questo tema con somma umiltà. Entrare nel mistero della Trinità per razionalizzarlo è impossibile alla mente umana, che non ha né le capacità naturali per farlo né delle capacità attuali, in ragione della ferita che al nostro intelletto è stata inferta dal peccato. Serve dunque all’uomo una “luce” che scende dall’alto, un cuore puro, come vera nuova creazione, attraverso la potenza di Spirito Santo il quale permette di riuscire a intravedere qualcosa di questo immenso mistero che è il nostro Dio.
La fede cattolica che professiamo ha una sua peculiarità distintiva. In virtù di essa crediamo fermamente nell’unicità della natura divina, la quale, tuttavia, sussiste in tre Persone sin dall’eternità. In altre parole, professiamo di credere in un solo Dio, che è per essenza trinitario, cioè, Padre, Figlio e Spirito Santo. È un solo Dio per quanto concerne la sostanza divina; ma la sola sostanza divina sono tre persone, distinte e separarte. Le tre persone divine, come la sola sostanza divina sono costitutive in Dio. Questo deve significare che quando noi parliamo del nostro Dio, non possiamo riconoscere il solo Dio e dimenticare le tre persone. Il solo Dio sono le tre persone. [MORE]
Le tre persone non sono tre dei. Pur essendo Dio il Padre, Dio il Figlio e Dio lo Spirito Santo, abbiamo un solo Dio, perché una sola è la sostanza divina. Non abbiamo tre sostanze divine, ossia quella del Padre, per intenderci, quella del Figlio e quella dello Spirito Santo.
Per comprenderci usiamo un’ analogia: consideriano tre persone umane, pur avendo la stessa o uguale natura umana, ogni persona ha una sua natura umana che è propria, individuale, singolare, diversa da ogni altra persona. Nelle tre persone divine non è la stessa cosa, la sostanza è una sola, per questo un solo Dio, mentre le persone sono tre. La distinzione delle tre persone, nel solo Dio, non è data dalla sostanza, ma dalla relazione che intercorre tra di loro. Il Padre è tale perché ha generato un Figlio, ma non è generato da nessuno, cioè non è figlio di nessuno. Il Figlio è Figlio, perché è generato dal Padre, ma non genera nessuno, non è padre di nessuno. Lo Spirito Santo è la comunione tra Padre e Figlio, da questa comunione procede lo Spirito Santo come persona, il quale non è ne padre ne figlio di nessuno. Le tre persone divine sono uguali per la sostanza divina, sono infatti dalla stessa sostanza, ma differenti per le proprietà. È solo del Padre generare, solo del Figlio essere generato, solo dello Spirito Santo procedere ed unire coloro da cui procede in una comunione mirabile. Non esiste tra le tre persone subordinazione, per ciò che concerne la natura, ma distinzione per ciò che concerne la relazione.
Quando nel vangelo di Giovanni, si riporta l’espressione di Cristo di essere una cosa con il Padre, la si può intendere in un duplice modo. È una cosa sola, per la sostanza divina, la quale è la stessa non un’altra. È pure una cosa sola con il Padre, per volontà. Cioè quello che il Padre vuole, il Figlio sceglie di volerlo uniformandosi alla volontà del Padre.
Anche noi siamo chiamati ad essere una cosa sola con il Dio trinitario, ma in un modo che analogicamente è antitetico rispetto a quello delle tre divine persone. Loro sono da sempre e per sempre l’unico Dio. Noi chiamati ad esistere come creature, nel tempo, veniamo resi partecipi della natura divina per il mistero della redenzione, possiamo accedere al Padre, in Cristo, per mezzo dell’opera santificatrice dello Spirito Santo per grazia e buona volontà, ossia scegliendo di lasciarci inserire vitalmente nel mistero del Dio trinitario. Questo esige che per grazia ciascuno di noi trasformi la sua mente, il suo cuore, il suo corpo, i suoi sentimenti immergendoli in questo grande mistero. Ciò è realizzabile a cominciare dalla cristificazione del nostro pensiero. Urge, per divenire una sola cosa con Dio, divenire una sola cosa con la sua natura. Ciò si realizza nei sacramenti della Chiesa. Ma essi sono ben celebrati quando lo Spirito ci introduce nel mistero racchiuso nella Parola. La Parola, donataci nella verità e piena di Spirito Santo, ci conduce alle fonti della grazia. La grazia piano piano ci trasforma e ci fa ritornare alla Parola per viverne e comprendere di più. La Parola più perfettamente compresa e vissuta ci fa accedere ad una maggiore grazia. Il cammino non ha fine.
È grande il mistero del Dio cristiano, l’unico vero, ed è grande il mistero del cristiano, chiamato ad partecipare di questa natura divina e di questa comunione eterna tra le tre persone. L’essere anche noi una cosa sola con il mistero trinitario, è preghiera che lo stesso Cristo rivolge al Padre: come io Padre sono una sola cosa con te, fa che anche loro siano con noi una cosa sola. A questo siamo chiamati.
Nonostante il poco che siamo riusciti a balbettare, spero che una piccola luce ti si possa essere accesa, ma al contempo ti invito a pregare che il Signore ti conceda di entrare in questo grande mistero.
Don Giuseppe Carrabetta
Docente di Teologia Dogmatica presso l'Istituto Superiore di Scienze Religiose di Catanzaro
Si ricorda che ognuno può porre i propri dubbi, i propri interrogativi scrivendo al seguente indirizzo di posta elettronica [email protected] . Si cercherà di fornire a tutti una risposta.