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Salerno 18 marzo 2012 - Consola, rimargina ferite o le riapre nel momento più inaspettato. Precipita nel buio o apre squarci di luce, offre risposte e invita a ridere della loro assenza. La poesia non è affare da poco: è la voce del rimosso e dell’inespresso, è lo sguardo non addomesticato sulle cose.
Per questo Sergio Rubini ha deciso di mettersi in gioco in “A cuore aperto”, che debutterà presso il Teatro Verdi di Salerno mercoledì 21 alle 21. Lo spettacolo resterà in cartellone fino a sabato 24 con replica alle 17 e alle 21, mentre domenica 25 il sipario si alzerà alle 18.30. Michele Fazio, Emanuele Smammo e Marco Loddo eseguiranno dal vivo musica jazz mentre il celebre attore e regista renderà omaggio a Neruda, Sanguineti, Puskin, Shakespeare, interpretando anche la morte di Desdemona per mano di Otello. Nell’inanellare i più bei versi mai scritti alle memorie personali e agli aneddoti, Rubini costruisce la propria performance come una sorta di work in progress, in cui il coinvolgimento dello spettatore è cruciale. La frase poetica appare una porta da aprire insieme su sensazioni sempre diverse, un modo per reinventare ricordi e pensieri. [MORE]
La voce e il corpo che si fanno mezzo espressivo di scrittori solo all’apparenza lontani nel tempo si servono di pochissimi elementi visivi e sonori nel sottolineare un’atmosfera. La parola non si offre come verità data, tipica di un ascolto passivo. Si trasforma nel luogo in cui ridefinire le coordinate della sensazione, in un invito continuo a vivere sulla propria pelle ciò che gli scritti recano, come un tesoro, con sè. Se dunque il testo si apre, sfida il pubblico a percepirlo e ricostruirlo, anche quest’ultimo non deve temere di aprire fino in fondo il proprio cuore.
Gemma Criscuoli
(notizia segnalata da Gemma Criscuoli)