Il Campus dell'Università di Catanzaro affascina il gotha della Cardiologia internazionale
Cronaca Calabria

Il Campus dell'Università di Catanzaro affascina il gotha della Cardiologia internazionale

martedì 2 luglio, 2013

CATANZARO, 2 LUGLIO 2013 - Grande successo per la due giorni sulla cardiologia interventistica e malattia coronarica organizzata dal Prof. Ciro Indolfi, Direttore della Cardiologia universitaria di Catanzaro, e incentrata su una innovativa tecnica per la diagnosi della malattia coronarica.

L’incontro ha portato, per la prima volta in Calabria, i più riconosciuti esperti tra i cardiologi interventisti americani, europei ed italiani dedicati alla fisiopatologia coronarica.

Mentre in tutte le emodinamiche oggi si utilizza una tecnica che si chiama FFR, nell’emodinamica del Campus dell’Università di Catanzaro è disponibile una nuova metodica che consente di valutare in modo rapido la severità dell’ostruzione senza utilizzare l’adenosina. I risultati di tale studio, chiamato Forecast, hanno dimostrato che nella maggioranza dei casi è possibile prevedere la severità della malattia coronarica rapidamente senza utilizzare farmaci aggiuntivi. Lo studio è stato realizzato dal Prof. Ciro Indolfi Indolfi e dal suo staff con la collaborazione di bioingegneri e biostatistici. Questa nuova ed innovativa metodica è utilizzabile nella pratica clinica della Cardiologia universitaria di Catanzaro, e, probabilmente, sostituirà in futuro la vecchia metodica chiamata FFR.

Il presidente dell’Euro PCR, Dott. William Wijns, ha evidenziato come il futuro della medicina sia rappresentata ormai dal ruolo preminente di terapie mirate sul singolo paziente, e non più da una strategia terapeutica uguale per tutti.

Particolarmente emozionante è stata la lettura sul futuro della cardiologia invasiva del Dott. Bernard De Bruyne, padre della misurazione della pressione intracoronarica. La lettura è stata dedicata alla memoria del Prof. Massimo Chiariello, Maestro della Cardiologia italiana.

“Sono molto orgoglioso - ha affermato il Dott. Emanuele Barbato, cardiologo italiano, emigrato in Belgio che lavora presso il Cardiovascular Center di Aalst - della qualità del meeting e del livello tecnologico raggiunto dalla Cardiologia calabrese nel Campus universitario di Catanzaro. Eventi come questi di elevatissimo livello scientifico riscattano l’immagine negativa che spesso, purtroppo, gli stranieri hanno della medicina italiana. Le malattie del cuore e dei vasi rappresentano la causa di morte numero uno in Calabria e nel mondo. Pertanto una grandissima attenzione deve essere indirizzata a queste malattie sia per la loro prevenzione sia per la loro cura. Le nuove tecnologie interventistiche, come quelle disponibili nella Cardiologia Universitaria del Campus dell’Università di Catanzaro, consentono sicuramente di ridurre il rischio legato a questa invalidante patologia”.
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