I successi della diciottesima edizione del Magna Graecia Film Festival
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CATANZARO, 09 AGO – “Si spengono le luci, si spengono i rumori”, cala il sipario sul Magna Graecia Film Festival, ma si riaffacciano ancora prepotenti le emozioni che, anche quest’anno, ha generosamente regalato la kermesse cinematografica – brillantemente ideata e diretta da Gianvito Casadonte, affiancato dai suoi due immancabili curatori Silvia Bizio ed Antonio Capellupo, nonché presentato con elegante disinvoltura da Carolina Di Domenico – ed ora giunta alla sua diciottesima edizione, diventando maggiorenne e, a pieno titolo, sempre più grande ed affermata nel panorama nazionale.
Un Festival delle opere prime e seconde italiane, ma non solo, che ha unito idealmente in un unico abbraccio il centro storico di Catanzaro con la zona marina del capoluogo calabrese, per nove giorni fucina di eventi culturali – viepiù di fermenti, stimoli, performance musicali, interviste e masterclass con prestigiosi ospiti – in grado di soddisfare una vasta platea di appassionati.
Un concorso ormai di respiro internazionale sempre più ricco di nuove sezioni (a quella iniziale delle Opere prime e seconde italiane si aggiungono le Sezioni Documentari, Internazionale, Libri e Masterclass), da cui è impossibile non rimanere in qualche modo coinvolti, visto il clima effervescente e familiare che si respira ed in cui l’incontro con personalità di spicco del mondo dello spettacolo e della cultura internazionale, nazionale, fino ad arrivare – con malcelato orgoglio – alle varie eccellenze calabresi (dal prof. Cognetti al dott. Gratteri, solo per citarne alcuni) diventa sorprendentemente possibile e quasi naturale.
Un Festival della resilienza che - forte del genoma calabrese -, anche in questa edizione, è andato avanti testardo e tenace nonostante tutto, prestando attenzione alle misure anti Covid 19 e all’ecosostenibilità.
Del pari, una kermesse della memoria dedicata quest’anno all’indimenticato Nino Manfredi, di cui si celebra il centenario dalla nascita, ma che ricorda emozionato anche i grandi artisti calabresi di origine o di adozione come Vittorio De Seta e Giuseppe Petitto, a cui sono intitolati alcuni importanti premi.
Un Festival dei sogni e della passione che ha tributato meritati riconoscimenti a tanti giovani, ma promettenti talenti. Scendendo nel dettaglio, la giuria del concorso presieduta dal regista Pappi Corsicato e composta da Marco Bocci, Ivan Carlei, Francesco Ghiaccio, Claudio Noce e Teresa Saponangelo, nell’ambito della Sezione dedicata alle Opere prime e seconde italiane, ha decretato la vittoria a “Il cattivo poeta” di Gianluca Jodice, film in cui un superbo, illuminato Sergio Castellitto interpreta Gabriele D’Annunzio nella sua parabola discendente, prigioniero dei suoi fantasmi, ma lucido nell’avversare apertamente l’alleanza tra Mussolini e Hitler e, pertanto, ormai scomodo al regime tanto da essere sorvegliato a vista dal giovane gerarca Giovanni Comini. L’interessante vicenda storica si snoda di pari passo con il rapporto tra il Vate e il Comini (interpretato dal talentuoso ed intenso Francesco Patané a cui meritatamente è andato il premio “Miglior attore”) al quale D’Annunzio apre man mano uno squarcio nella coscienza, facendo intravedere il lato oscuro della dittatura e l’imminente orrore che conseguirà dall’asse Roma-Berlino.
I medesimi giurati hanno, altresì, assegnato il premio “Migliore Regia” alla guizzante e dinamica macchina da presa di Giovanni La Parola per "Il mio corpo vi seppellirà", film western storico all’italiana ambientato nel 1860, anno in cui Garibaldi consegna il Regno delle due Sicilie a Vittorio Emanuele II.
Il riconoscimento per la “Miglior Sceneggiatura” è andato, invece, ad Antonio Pisu per “EST- Dittatura Last minute”, una pellicola da subito avvincente che racconta la storia di tre amici in vacanza nell’Europa dell’Est poco prima della caduta del muro di Berlino che si impegnano moralmente a consegnare una valigia che un cittadino rumeno in fuga dal regime, ai tre del tutto sconosciuto, desidera fortemente far recapitare - loro tramite - alla sua famiglia. Avventurosa e suggestivamente accompagnata dalle indelebili melodie del compianto maestro Franco Battiato, è la consegna di questo contenitore dall’alto valore simbolico, pieno di oggetti apparentemente piccoli e senza valore intrinseco, ma fatti di sapori e di pensieri colmi di amore che ci raccontano il dolore di un popolo privato di ogni libertà, ma dignitoso, fiero e ancora capace di emozionarsi davanti ad un pizzo o ad un pacco di biscotti.
A seguire, “Miglior Attrice” è stata a pieno titolo decretata la giovanissima Ginevra Francesconi per "Regina", film diretto dal regista e sceneggiatore catanzarese Alessandro Grande che con questo racconto delicato ed intimo si è meritatamente guadagnato il prestigioso “Premio del pubblico”.
Il film, interamente girato in Calabria, emozionandoci con semplicità e senza orpelli, racconta il rapporto intenso e quasi amicale tra un padre e una figlia, orfani della figura femminile, che sarà stravolto da un evento tragico al quale Regina reagirà cercando con misurata, matura disperazione la redenzione lungo un percorso salvifico diametralmente contrapposto alla fuga immatura, quanto inutile di un padre del tutto impreparato al suo ruolo.
Una menzione speciale è stata, altresì, consegnata alla regista Susy Laude per "Tutti per Uma", una favola in chiave moderna dal sapore a tratti antico che, in un periodo arduo come quello attuale, quasi ci sorprende per la sua leggerezza non esente da spunti di riflessione. Uma, principessa in fuga, arriva da lontano come un magico demiurgo ad aiutare una famiglia sgangherata tutta al maschile (cane compreso), traendo a sua volta beneficio da questo incontro. In questa ode fiabesca alla figura femminile vincono le umane imperfezioni, vince il bene e su tutto l’Amore.
Nella Sezione dedicata ai documentari, la giuria presieduta da Gloria Giorgianni e composta da Luca Martera e Roberto Orazi ha decretato quale “Miglior Documentario”, “Punta Sacra” di Francesca Mazzoleni che ci racconta con maestria un mondo al limite alla foce del Tevere.
Nell’ambito della Sezione internazionale, la giuria composta da John Savage, (presidente), da Gianluca Guzzo e Caterina Shulha ha tributato il premio “Miglior Opera” ad “After Love” di Aleem Kham che con questa storia ha conquistato all’unanimità i giurati, emozionando nel profondo il prestigioso ospite hollywoodiano.
A seguire, il “Premio Petitto” è stato assegnato a Francesco Montanari (per la veritiera interpretazione del padre immaturo nel film “Regina”), il "Premio Vittorio De Seta" al cortometraggio “Attesa" del giovanissimo Mattia Isaac Renda, il “Premio per la Musica” alla bella ed intensa Tecla Insolia ed, infine, la Colonna d'Oro del maestro orafo Affidato a Gianluca Guzzo di "Mymovies” per le sue arricchenti ed articolate recensioni.
Scende, dunque, il sipario sull’appena trascorsa “glauca notte rutilante d’oro” (per rimanere in tema citando D’Annunzio) e già ci si sente nostalgici delle tante emozioni condivise e coralmente, finalmente (!) vissute insieme ed en plein air…
Melania Elia