I docenti precari di Bologna vincono la loro prima battaglia
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BOLOGNA, 15 DICEMBRE – I 31 docenti precari di lungo corso delle scuole bolognesi, da oggi possono davvero esultare e sostenere la loro battaglia contro la precarietà del Ministero dell’Istruzione. Il Tribunale del Lavoro di Bologna, ha, infatti, condannato il Ministero a risarcire il danno subito dagli insegnanti per via della loro condizione di precarietà che non consente né la regolare progressione degli stipendi, né la copertura economica dei mesi di luglio e agosto di ogni anno. E’ una sentenza storica quella del 7 dicembre del Tribunale del Lavoro del capoluogo bolognese che, riguarda, però solo il primo dei sei gruppi di docenti, 31 su 206 ricorrenti, che si sono rivolti al sindacato autonomo Gilda di Bologna per avviare questo ricorso nei confronti del Ministero dell’Istruzione. [MORE]
Il giudice Carlo Sorgi del Tribunale ha “rigettato la richiesta di stabilizzazione dei docenti precari”, ma, allo stesso tempo, ha “dichiarato l’illegittimità del comportamento del ministero nel discriminare il lavoro a tempo determinato, non consentendo ai docenti ne’ la regolare progressione stipendiale ne’ la copertura economica dei mesi di luglio e agosto di ciascun anno”.
In questo modo, il Ministero dell’Istruzione è stato condannato, in primis, a risarcire il danno subito da ciascun ricorrente, quantificato in 15 mensilità della retribuzione globale di fatto, con interessi e rivalutazione dalla data della sentenza, ovvero dal 7 dicembre 2011. Il dicastero, inoltre, è stato condannato a risarcire le differenze retributive tra i contratti a termine e quelli a tempo indeterminato, nei limiti della prescrizione quinquennale, oltre alle spese legali per circa 2.000 euro.
Soddisfazione è stata espressa dai dirigenti della Gilda di Bologna che, con le parole del coordinatore provinciale, Giovanni Cadoni, tiene a precisare che con questa sentenza storica, “dovrebbe indurre il ministero a prendere atto che le normative comunitarie impongono una politica del personale scolastico che ponga termine a tutte quelle discriminazioni contrattuali che, finora, rendevano conveniente allo Stato assumere precari piuttosto che procedere alla loro stabilizzazione”. Una vittoria, quindi, per i centinai di precari bolognesi che con il loro lavoro quotidiano, e non “virtuale”, contribuiscono a migliorare tutte le attività scolastiche.
Federica Palmisano