La storia dei 70 anni del Partito Comunista Italiano tra celebrazioni e polemiche
Politica Toscana

La storia dei 70 anni del Partito Comunista Italiano tra celebrazioni e polemiche

martedì 11 ottobre, 2011

FIRENZE, 11 OTTOBRE 2011- L'anno corrente oltre a celebrare  i 150 anni dell’Unità d’Italia, è conciso anche con l’anniversario dei 90 anni del Pci, andato "in pensione" ormai da 20 anni. Una ricorrenza che non ha avuto un eco altisonante ma che è riuscita tuttavia a coinvolgere i nostagici della bandiera rossa e non solo. Volenti e nolenti, la storia del Pci è stata strettamente legata ad un periodo politico e sociale della nostra nazione,  neanche poi così lontano.[MORE]

Sul  ruolo che il partito di Via della Botteghe Oscure abbia avuto nella storia d’Italia rappresenta un’impresa ardua pronunciarsi, probabilmente bisognerebbe essere esenti da faziosità, ideali e convinzioni politiche. Diciamolo: una mission impossible . A tal proposito un approccio storiografico sulle dinamiche storiche del partito nato dopo la scissione del Congresso socialista di Livorno del 1921, può concretizzarsi in una interessante e apprezzabile "via d’uscita".

D’altronde, un omaggio o una semplice rivisitazione, di quello che è stato il secondo partito nazionale, non ce ne voglia nessuno era un atto inevitabile e dovuto. In tutta la penisola si sono verificati episodi di manifestazioni, convegni e mostre sulla storia del Pci dal 1921 al 1991. La mostra multimediale del Pci in Sala Borsa a Bologna, in programma dall’8 al 23 ottobre, non ha riscontrato solo l’approvazione dei vecchi irriducibili compagni falsinei  o di anacronistici studenti simpatizzanti ma anche di chi, come Pier Ferdinando Casini, il Pci lo ha, politicamente, avversato in tutti modi quando era un giovane e promettente rampollo dello Scudo Crociato. Il leader Udc ha inaugurato la mostra intitolata "Avanti popolo: la storia del Pci in Italia”. Un gesto di fair play politico non da poco, verosimilmente sentito che si inserisce in un clima di "superamento ideologico" in cui la volontà è di ricordare, informare e comprendere, con un pizzico di nostalgia per la politica che fu.

Casini ha dichiarato: "Pensare oggi a questa mostra del Pci qui a Bologna significa pensare ad una stagione in cui i partiti politici esistevano. Erano ideali, valori che io non ho certamente condiviso i valori del comunismo, ma riconosco che c'e' stata una generazione di persone che si e' sacrificata, che ha creduto, che ha combattuto". Oggi la "politica diventa ormai solo un pragmatismo, senza alcun ideale, senza valori, la corsa ad un posto. Francamente era una stagione da questo punto di vista migliore".

Democristiani doc che presiedono mostre comuniste tra i Togliatti e i Berlinguer. Insomma per usare un’espressione casereccia, tutto si svolge in un clima di  "tarallucci e vino”. Macché. Ci ha pensato il PdL bolognese ad agitare le acque e a regalare una versione riadattata e “strampalata” di Don Camillo vs Peppone. Ma i toni sono stati decisamente più forti rispetto alle leali zuffe degli indimenticabili personaggi di Giovannino Guareschi.

Una contro-mostra con la "Vera storia del Pci". Sarà allestita alle 10 di sabato prossimo, corredata di pannelli e volantini, in piazza Nettuno, proprio all'ingresso della Sala Borsa di Bologna. Quella della Sala Borsa "è una mostra propagandistica che neanche il Minculpop avrebbe fatto", ha sostenuto il consigliere regionale del Pdl Galeazzo Bignami nell'annunciare l'iniziativa di protesta. "La vera storia del Pci - ha dichiarato Bignami - è fatta di assassini, sangue e prelevamenti che avvenivano di notte per tutti i non comunisti. Di una sistematica battaglia alla patria e all'unità nazionale. Ma di queste cose nessuno parla".

Non si è fatta attendere la risposta di Domenico Papaleo, coordinatore provinciale del Sel:  “Vorrei ricordare a Galeazzo Bignami, che i comunisti italiani, a differenza di ciò che lui sostiene, sono stati un avamposto fondamentale, in Italia, per l'unità nazionale, penso ad esempio alla lotta al terrorismo negli anni di piombo, e non hanno condotto alcuna battaglia alla patria, anzi, l'hanno difesa, insieme a tutti i democratici, dal nazifascismo, e liberata". Attaccarsi alla mostra in Sala Borsa del Pci per avere un po' di visibilità è semplicemente penoso, e significa essere senza speranze".

Tuttavia pare che nelle ultime ore, le autorità abbiano sollecitato il Pdl a desistere dall’effettuare la discussa contro-mostra, infatti non sarebbe possibile garantire la sicurezza e l’ordine pubblico.

Davide Scaglione

 


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