Hollywood dice addio a Sidney Lumet
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Hollywood dice addio a Sidney Lumet

domenica 10 aprile, 2011

NAPOLI, 10 APRILE - Lutto nel mondo del cinema: si è spento il grande Sidney Lumet. La notizia è stata comunicata dalla figlia al New York Times: il regista è deceduto nella mattinata del 9 aprile a causa di un linfoma, presso la propria abitazione di Manhattan ad 86 anni. [MORE]

Nato a Philadelphia il 25 giugno del 1924, è stato figlio d'arte, coltivando inizialmente l'aspirazione di diventare attore professionista, poi accantonata dopo l'esperienza della seconda guerra mondiale (salvo un'apparizione in "The Manchurian Candidate di Johnathan Demme nel 2005).

Dopo una breve esperienza da regista televisivo, esordì alla macchina da presa per il grande schermo trasponendo su pellicola il romanzo di Barry Reed, "La parola ai giurati" (1957), sottile e coraggioso legal thriller con un'indimenticabile Henry Fonda. Resterà il suo capolavoro. Gli valse l'Orso d'Oro al Festival di Berlino, il premio OCIC, il Nastro d'Argento come miglior film straniero e una menzione speciale al Festival di Locarno, ma agli Oscar soltanto la nomination per la miglior regia. Ritroverà Fonda nel film fantastico "A prova di errore" (1964), seguito a ruota da un altro capitolo importante della propria evoluzione cinematografica: "L'uomo del banco dei pegni" (1965), con Rod Steiger.

Il periodo più produttivo della carriera di Sidney Lumet fu negli anni Settanta, allorchè diresse i suoi film di maggiore rinomanza, a partire da "Serpico" (1973) e "Quel pomeriggio di un giorno da cani" (1975), con cui saliva alla ribalta l'astro di Al Pacino. Girò poi "Assassinio sull'Orient-Express" (1974), tratto da un romanzo di Agatha Christie, e "Quinto potere" (1976), probabilmente il suo titolo più conosciuto, spietata requisitoria del sistema televisivo. La pellicola si accaparrò quattro Oscar, tra cui quelli ai due protagonisti, Peter Finch e Faye Dunaway.

Per la statuetta come miglior regista, Lumet non riuscì a concretizzare nessuna delle quattro nomination, ma nel 2005 l'Academy gli ha tributato l'Oscar alla carriera. Girerà poco dopo il suo ultimo film, "Onora il padre e la madre" (2007), drammatico intreccio familiare sullo sfondo di una tentata rapina.

Il cinema di Lumet, tecnicamente impeccabile, ha spesso interpretato con pungente ed amaro cinismo i risvolti poco onorevoli di un'America impietosamente mostrata nella propria disumanità e decadenza morale, con un'attenzione particolare alle aule di tribunale.

ANTONIO MAIORINO
 


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