Guerra. Nuove armi al fronte? Faranno solo più morti non utili per la pace
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Assistiamo recentemente alla decisione presa dalla coalizione occidentale di inviare i carri armati alle forze ucraine. In relazione a tale drammatica decisione dobbiamo chiederci tale invio cambierà davvero le sorti della guerra? O semplicemente ci sarà una nuova excalation in vista della controffensiva primaverile russa?
Anche senza conoscere basi di tattica militare possiamo capire che i soli 13 carri promessi dalla Polonia o i 14 promessi dalla Germania come anche i 31 dagli USA non sono sufficienti a consentire allo Stato Ucraino di vincere considerando che tutt’oggi il vantaggio numerico sul fronte va favore delle truppe Russe.
Valutando altri fattori come ad esempio l’invio dei Leopard da parte della Spagna possiamo rilevare che si tratta di una serie di pulizie dei magazzini e depositi militari trattandosi di mezzi risalenti al 1995 rimasti a Saragozza da oltre dieci anni e che prima di essere resi operativi dovranno subire ingenti manutenzioni industriali. La Francia invece di inviare i suoi carri di ultima generazione ha deciso di mandare gli Amx-10 non più nuovissimi che il governo francese sta mandando in pensione e pertanto vi potrebbero esserci numerosi problemi in caso di sostituzione di pezzi.
Tali mezzi non saranno operativi prima della fine di Marzo tra forniture e addestramento degli equipaggi di carro ma per allora il Cremlino avrà inviato nuovi uomini e nuovi mezzi e avrà conquistato posizioni vantaggiose sul piano strategico. Sul piano diplomatico l’invio di tali mezzi principalmente ad opera della Germania potrebbe dare la sensazione di una nuova politica espansionistica verso Est riportando a galla vecchi rancori derivanti dalle situazioni originatesi durante la seconda guerra mondiale.
La decisione di fornire due battaglioni di carri non cambia la situazione nel breve-medio termine ma avrà degli effetti solo positivi sul morale delle forze ucraine che cominciano ad avere seri dubbi sulla saldezza dell’impegno occidentale a sostenerle.
Cento carri non cambieranno le sorti della guerra di logoramento che la Russia è destinata a vincere sicuramente. Lo scarso invio quantitativo di carri potrebbe essere un segnale che l’Europa comincia a dubitare della reale possibilità di vittoria dell’Ucraina e cerca con tali sotterfugi e strategie subdole di sganciarsi lentamente da una situazione incresciosa e difficile sotto molteplici punti di vista: politico,economico,energetico. Questa sorta di sostegno a singhiozzo da parte dell’occidente farà solo infuriare di più Putin e il suo stato maggiore che diverrà ancora più aggressivo, bombarderà e raderà al suolo gli edifici ancora in piedi presenti sul suolo Ucraino e non consentirà l’utilizzo delle vie diplomatiche per salvare vite e far finire questo conflitto. È sicuro a mio parere che la Russia conquisterà il suolo ucraino.
È solo questione di tempo ma poi sarà con lei che gli Stati Europei dovranno sedersi al tavolo a trattare pe tentare di ricostituire i rapporti diplomatici ed economici che ad oggi sono in crisi o in frantumi. Gli Stati della Nato cominciano ad avere dubbi di fronte alla continua richiesta di armi da parte di Kiev che sembra un pozzo senza fondo mai colmo.
Recentemente la federazione di Stati pilota della Nato e cioè gli Usa si sono opposti alla richiesta di invio di caccia F-16 in Ucraina. Il No a tale invio è espresso in forma ufficiale sia dal Presidente Joe Biden che dal portavoce del Consiglio si Sicurezza Nazionale John Kirby il quale ha affermato “il rifiuto è effettivamente espresso”. La motivazione è che i veicoli di terra inviati sono sufficienti per portare avanti la guerra giunta al suo 341 esimo giorno. Anche la Gran Bretagna si è rifiutata di inviare i caccia F-16.
Anche la Polonia per tramite del suo premier Mateusz Morawiecki ha dichiarato che la decisione di fornire F-16 se sarà presa lo sarà in “ pieno coordinamento” con la Nato. Anche Berlino ha detto No e il cancelliere Scholz ha affermato “in gioco non ci sono aerei da combattimento”. La Francia di Macron ha dichiarato che se vi saranno forniture di aerei dovranno essere posti dei criteri per il loro utilizzo e cioè : “ non vi sia un’escalation”, “non si tocchi il suolo Russo”, “ non si arrivi ad indebolire la capacità dell’esercito francese”.
Tali rifiuti si possono considerare come seri dubbi in merito alla probabile vittoria delle forze Ucraine su quelle Russe? Sarà molto difficile se non addirittura impossibile la riconquista della Crimea e dei territori che attualmente sono in mano ai russi.
E qualora le forze ucraine decidessero per tale strategia ci sarebbe una nuova Verdun o una nuova Somme solo in territorio diverso. Anche lo Stato Cinese per tramite del suo ministro degli esteri Mao Ning si è espresso: la Nato deve superare la mentalità da Guerra Fredda, smettere di inviare armi e raccogliere le conseguenze di tale guerra. Per la Russia inviare sempre più armi e munizioni “ è una situazione senza uscita che porta ad una significativa escalation”.
L’invio di armamenti non favorirà la pace e la guerra sarà soltanto più lunga e straziante per la popolazione civile ucraina e per la popolazione europea. Se consideriamo che in Italia due persone su tre sono contrari alla guerra e all’invio di armi,di tutto ciò i media tacciono possiamo affermare che questa guerra non è voluta e deve finire presto. Solo mediante il negoziato, il compromesso e il dialogo tra i relativi plenipotenziari e alla presenza di rappresentanti di Stati neutrali sarà possibile raggiungere accordi di pace soddisfacenti per entrambe le fazioni promuovendo la non espansione della Nato verso est e la neutralità dello Stato ucraino con la salvaguardia della sicurezza russa e il riconoscimento del Donbass e Crimea come suolo Russo.
Ma per fare ciò “ Basta armi,basta veicoli militari e munizioni” bisogna trovare un punto di incontro e dialogare fintanto che è possibile altrimenti la Russia ingloberà l’Ucraina e l’asset internazionale che è già cambiato cambierà di nuovo in favore delle potenze dell’est Europa. D’altro canto bastava unicamente dare sicurezza ai confini Russi con la smilitarizzazione dell’Ucraina, riconoscere l’autonomia del Donebass e della Crimea secondo forme previste dal diritto internazionale per evitare tale disastro e la perdita di tante vite umane.
Marco Rispoli (Davoli)