Guerra Fredda
Editoriale Lazio

Guerra Fredda

venerdì 8 aprile, 2011

Roma, 08 aprile 2011 - Gli uomini sono esseri pensanti. In grado cioè di ragionare e di associare più o meno consapevolmente il proprio comportamento ad una idea. E l’idea non è altro che la somma delle proprie esperienze e delle proprie credenze. La società dunque si muove, composta e divisa in popoli e persone, come insieme, massa e individuo. E il Novecento, nelle sue espressioni complete di scienza arte e cultura, guerra costume e tecnologia, è stato un secolo profondo in cui gli uomini permeati di desideri, fede e paura, hanno raggiunto una migliore conoscenza di se stessi, ma in cui l’idea, senza esperienza, ha dato luogo all’ideologia. [MORE]

A ben guardare infatti, l’ideologia appare come un idea senza esperienza, dove la vita e il mondo sono fatti a immagine di chi li pensa, nell’assoluta convinzione che quella sia la strada e che tutto sarà così perfetto e giusto. Così, per nascita geografica e per alzata di mano, dopo il secondo conflitto mondiale, gli uomini si sono divisi tra comunisti e capitalisti. Tra società proletaria e società classista, col chiaro intento tuttavia comune, da un lato internazionale e dall’altro imperialista.
Fino al 1989 simbolicamente il muro di Berlino ha diviso le parti e il mondo in due blocchi, tra l’est e l’ovest, come società diverse e assolutamente inconciliabili. E la globalizzazione, subentrata dopo il crollo, ha assorbito quelle ideologie, esauritesi nella corsa agli armamenti nucleari, e nel terrore che fossero usati. Come dire che tra sinistra e destra ci stava in mezzo Einstein.

La guerra fredda fu un epoca di alta tensione tra Urss e Usa e che, al di là di tutte le osservazioni politiche, tenne col fiato sospeso il mondo e il singolo individuo. Quale protagonista di quel grande fratello descritto da Orwell nel libro “1984”, con il sospetto, fondato, di poter essere spiato e discriminato, tanto in Unione Sovietica, quanto negli Stati Uniti, nel periodo del maccartismo.
Per quasi 40 anni Stati Uniti ed Unione Sovietica infatti, dopo la fine del secondo conflitto mondiale, decisero la politica mondiale, intimidendosi l’un l’altro fino ad arrivare sull’orlo di una terza guerra mondiale. Afganistan, Vietnam, e soprattutto Cuba, quale base missilistica sovietica contro Washington, furono tutte occasioni di conquista e di scontro politico e militare tra le due Nazioni, che sul territorio di altri popoli misurarono la propria forza e il proprio grado di potenza e di comando, finché al crollo politico ed economico sovietico, seguì quindi il crollo del muro di Berlino e dalle sue macerie il primo atto fondativo dell’Unione Europea, col Trattato di Maastricht del 1992.

Nel 2011 i rapporti tra gli Stati Uniti e la Russia sono diversi ma non meno tesi di un tempo, perché oltre alle recenti questioni sullo scudo spaziale da un lato e sulla guida politica dei paesi dell’est dall’altro, il Medioriente, specie per quanto riguarda l’energia e la vendita di armi, è sempre di più area di interessi e di investimenti, come se per entrambe le Nazioni esistesse ora un'unica e uguale ideologia. Il suo controllo. Così, se la “cortina di ferro” è relegata ormai alla storia, la guerra fredda, invece, non sembra essere finita. 
 


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