Guerra al fumo. Via i simboli e i nomi dai pacchetti delle sigarette
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Guerra al fumo. Via i simboli e i nomi dai pacchetti delle sigarette

venerdì 29 luglio, 2011

 BARI-29 LUGLIO 2011- Il vizio del fumo è un problema più per i non fumatori che per gli amanti della nicotina. In quasi tutti i locali pubblici è vietato fumare. In molti Paesi lo è addirittura anche per strada. in ufficio guai ad accendersi una sigaretta. L’Organizzazione mondiale della Sanità ha dichiarato guerra totale al fumo e sta combattendo con tutte le armi. Prima i divieti, poi gli avvisi sui pacchetti delle sigarette, campagne pubblicitarie con immagini agghiaccianti. Adesso tocca ai simboli.[MORE]

Parte dall’Australia infatti la nuova tecnica: eliminare i loghi dai pacchetti delle sigarette. Quindi i fumatori dovranno presto salutare il cammello della Camel, il leone delle MS, lo spinnaker stilizzato delle Merit. Dal primo gennaio, la terra dei canguri non avrà più simboli riconducibili alle sigarette.


Se vi trovaste a Sidney, non aspettatevi di trovare il classico pacchetto delle vostre bionde preferite. Dal nuovo anno i pacchetti saranno rigorosamente tutti uguali: colore verde oliva (secondo gli strateghi del marketing scoraggia l’acquisto tra i giovani), nessun logo ma foto con immagini shock sui danni causati dal fumo, e in basso, in caratteri microscopici, il nome del produttore. Una vera e propriarivoluzione che ha in mente un unico scopo: ridurre l’acquisto di sigarette da parte dei giovani.


Le idee, brillanti o meno che siano, viaggiano molto velocemente e dall’Australia sta arrivando in Europa. Prima tappa è il parlamento inglese e la stessa Unione europea ha già aviato i tavoli tecnici per l’eventuale applicazione nel vecchio continente e sulla quale dovrà esprimersi entro fine anno. Intorno alle sigarette c’è un giro di affari miliardario e ciò è testimoniato dalle reazioni delle case produttrici. La Philips Morris ha già chiesto ai suoi legali di intentare cause per i risarcimenti a Sidney.


In Italia l’unico commento registrato è quello dalla Bat Italia, la quale ammette che l’eliminazione del logo sarebbe un colpo mortale. Non solo per i produttori, ma anche per le casse dello Stato che, grazie ai fumatori, guadagna qualcosa come 14 miliardi di euro all’anno con le accise sul tabacco.


Per l’Europa il pacchetto dovrebbe essere di colore bianco o beige, ma la UE aveva proposto di vietarne l’esposizione nei supermercati quando questi avevano ancora nomi e logo, perché le pareti coperte di pacchetti multicolori sono una trappola per i giovani. Per la regola dell’occhio non vede e cuore non duole, in alcuni Paesi hanno vietato l’esposizione delle sigarette nei negozi e il risultato è stato un calo brusco nelle vendite, con conseguente chiusura di molti negozi.


La salute è cosa sacrosanta, ma è anche vero che nell’industria dei tabacchi lavorano migliaia di persone e un calo delle vendite, almeno in Europa, avrebbe conseguenze devastanti. Senza considerare un altro pericolo che potrebbe riaffiorare: il contrabbando.
Le strade pugliesi in particolare hanno ricordi tragici legati a quella stagione, con decine di morti assassinati da gente senza scrupoli che, pur di portare il carico di bionde a destinazione, non esitava a travolgere gente che era sul proprio cammino. In più l’industria del contrabbando è di per sé molto abile a riprodurre anche i marchi più elaborati. Con pacchetti no logo avrebbe strada spianata.
 

Giovanni Dimita


Autore
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