Francia, un altro detenuto italiano perde la vita nel carcere di Grasse
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GRASSE (FRANCIA), 14 MAGGIO 2013- La diagnosi è sempre la stessa: attacco di cuore. Un problema cardiaco, che secondo le autorità francesi avrebbe portato alla morte di Claudio Faraldi, ventinovenne di Ventimiglia, detenuto da sei mesi nel carcere di Grasse, che scontava una pena di cinque anni per una rapina compiuta nel 2011 in Costa Azzurra.
Ma anche stavolta, amici e familiari non sembrano convinti; perchè la vicenda Faraldi ricorda in maniera sinistra quella di un altro italiano, Daniele Franceschini, il viareggino che tre anni fa perse la vita, nello stesso modo e nello stesso carcere. [MORE]
L'allora Ministro degli Esteri Frattini dovette insistere per riportare il cadavere in Italia, e ottenere una seconda autopsia, che non diede però i risultati sperati, poichè la mancanza di alcuni organi, e l'evidente stato di decomposizione, resero impossibile ogni ulteriore analisi, lasciando le cause della morte avvolte nel mistero.
Una circostanza che i genitori di Claudio vorrebbero evitare, chiedendo indagini accurate, e invocando la possibilità di vedere il corpo del figlio prima dell'autopsia, in programma il 16 maggio; il decesso di Faraldi è avvenuto lo scorso mercoledì, 8 maggio, ma alla famiglia la notizia è stata comunicata solo due giorni dopo, di venerdì.
E' stata aperta, intanto, un'inchiesta, sul cui esito, le autorità diplomatiche italiane dovrebbe restare costantemente aggiornate; per il momento, invece, non sono state date disposizioni sul rientro della salma in Italia, che potrebbe restare probabilmente in Francia.
Alla famiglia Faraldi, è arrivato il sostegno dei parenti di Franceschini, e in particolare, della madre del ragazzo, Cira Antignani, che combatte da anni per chiedere giustizia per il figlio, per la cui morte sarebbero indagati un medico e due infermieri dell'ospedale civile di Grasse, che non intervennero per ricoverare il giovane.
Cira Antignani ha dichiarato più volte di credere che il decesso del figlio sarebbe avvenuto in seguito a maltrattamenti; nell'ottobre del 2010, il caso Franceschini conquistò l'attenzione di gran parte della stampa, quando l'allora Première dame Carla Bruni rispose alla famiglia del ragazzo con una lettera poi pubblicata su Repubblica, assicurando che la giustizia francese avrebbe fatto il suo corso.
A tre anni di distanza, poco è stato detto sulla morte di Daniele; molte, però, sono le storie che circolano sulla prigione di Grasse, un carcere relativamente nuovo (è stato fondato nel 1992), che negli anni è stato teatro di tristi episodi, a cominciare dalla morte di un detenuto diciassettenne nel 2001, che portò a una sommossa sfociata in un incendio con undici feriti.
Gli stessi agenti penitenziari hanno denunciato più volte il sovraffollamento dell'istituto, e secondo la stampa francese, alcuni lavoratori (il caso più eclatante, quello del secondino Fabien Durand, che ha pubblicato in rete una versione integrale della sua missiva) avrebbero scritto addirittura al Presidente della Repubblica, parlando di una situazione "insostenibile".
Per questi e altri motivi, la famiglia Faraldi non crede alla morte di un "ragazzo giovane e sano", che da anni "non faceva uso di droghe", sulla cui storia si attendono adesso, indagini tempestive ed attendibili, che potrebbero aiutare a far luce anche su altri casi passati.
(immagine da: www.lettera43.it)
Simona Peluso