Governo, trattativa M5S-Lega: il nodo è il premier, Di Maio e Salvini resteranno fuori
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ROMA, 9 MAGGIO - La svolta c'è stata, ma i primi ostacoli sono già apparsi sulla strada del governo M5s-Lega. Il passo indietro di Silvio Berlusconi è stato compiuto, tuttavia Matteo Salvini sa che nell'esecutivo dovrà essere una specie di "garante" di tutto il centrodestra che fuori da Palazzo Chigi resterà unito. È iniziata così in salita la difficile trattativa sui nomi che andranno a comporre l'esecutivo M5S-Lega, nella ricerca di un premier terzo, che non dispiaccia neanche al leader di Forza Italia. È questo il primo vero nodo da sciogliere. [MORE]
Il punto di partenza è decidere se il presidente del Consiglio sarà un politico, quindi un esponente M5s o leghista, o una personalità esterna. "Per noi sarebbe meglio un politico", spiega il capogruppo leghista del Senato Gian Marco Centinaio. I 5 Stelle, invece, spingono per un esterno, con la garanzia però che i ministri siano tutti politici. Nello stesso tempo Matteo Salvini si autocandida: "Sarebbe un onore – dice – guidare il Paese".
È ancora presto, ma i primi nomi circolano già. Si sa che nell'incontro di ieri dell'ora di pranzo tra Salvini e Di Maio, il leader della Lega ha fatto il nome di Giancarlo Giorgetti. Il presidente dei deputati però non fa impazzire Berlusconi e neanche Di Maio. La scelta di Giorgetti, comunque, equivarrebbe alla concessione al Movimento di numerosi ministeri.
I due leader potrebbero fare allora da vice, tenendosi le mani più libere, eventualmente occupando anche le poltrone di ministeri di peso come gli Esteri (Di Maio) e dell'Interno (Salvini). Il M5S guarda soprattutto a quelli economici, agli Esteri e al dicastero del Lavoro: quest'ultimo, trampolino per il reddito di cittadinanza. Tra i politici in corsa per ricoprire i ministeri ci sono Alfonso Bonafede per i grillini, Roberto Calderoli e Giancarlo Giorgetti per la Lega (quest’ultimo, naturalmente, a condizione che non diventi premier).
Claudio Canzone
Fonte foto: gds.it