Governo in trasferta a Cutro, scritte contro Piantedosi
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Governo in trasferta a Cutro, scritte contro Piantedosi. Oggi il Cdm. La Lega alza la posta sui decreti sicurezza. Asse Roma-Amsterdam
Una scritta contro il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi è stata fatta su una parete lungo la strada che collega la statale 106 a Cutro dove oggi pomeriggio è in programma la riunione del Consiglio dei ministri dopo il naufragio del barcone di migranti del 26 febbraio che ha provocato 72 morti accertate.
"Cutro non difende Piantedosi" è la frase scritta, probabilmente all'alba, da ignoti lungo la strada.
Un unico decreto, "recante disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all'immigrazione irregolare": è denominato così il provvedimento sui migranti inserito nell'aggiornamento dell'ordine del giorno del preconsiglio, che si riunirà in mattinata alle 8.30, in vista del Consiglio dei ministri previsto nel pomeriggio a Cutro.
Porta tutto il governo in trasferta a Cutro. Per chiudere con le polemiche e dare un segnale "concreto" che per l'esecutivo è una priorità, un dovere "morale", quello di evitare altre tragedie del mare come quella di dieci giorni fa davanti alle coste calabresi. Giorgia Meloni ha scelto di "metterci la faccia", prepara un gesto "simbolico" per rendere omaggio alle oltre 70 vittime del naufragio, e punta tutto sulla stretta sui "trafficanti". Mentre in parallelo porta avanti la partita con l'Europa sulla quale sembra poter contare su un alleato inedito, l'olandese Mark Rutte, che si dice pronto ad agire in "tandem" con la collega italiana, tanto da preparare anche un viaggio in Africa insieme. Ma è a Roma, prima che a Bruxelles, che si addensano le potenziali insidie. La premier deve fare i conti con il malcontento della Lega, che da giorni non rinuncia a quelle che per Fratelli d'Italia altro non sono che provocazioni, a partire dal pressing sulle proposte di ripristino dei decreti sicurezza firmati da Salvini all'epoca del governo gialloverde (e già due volte, si fa notare, bocciati dal Colle). In mattinata la sfida si fa esplicita, con il capogruppo leghista Riccardo Molinari che dà appuntamento a Fratelli d'Italia in commissione: "Vedremo - dice chiaramente - se Fdi li voterà o no".
Ma non è questo il tempo, e quei decreti sono figli di un'altra stagione, il ragionamento che si fa nel partito della premier, che di fatto ha avocato a sé la gestione del dossier immigrazione. Meloni vorrebbe tenere le carte coperte fino al Cdm, che si terrà a metà pomeriggio nella cittadina del crotonese, preceduto da una vigilia di polemiche sul trasferimento delle salme. Punta all'effetto sorpresa, tanto da non prevedere inizialmente di far passare il nuovo decreto - o più provvedimenti, ancora è in discussione - dalla riunione preparatoria del preconsiglio. Una scelta che non sarebbe piaciuta affatto alla Lega - non possiamo, il ragionamento, arrivare in Cdm senza avere visto i testi. Tant'è che la riunione dei tecnici slitta, lasciando qualche altra ora agli uffici per affinare le misure. Che guarderanno anche all'accoglienza, con interventi sui centri ma anche con un ampliamento dei flussi e una "forte" semplificazione delle procedure per chi chiede l'ingresso regolare in Italia.
La scelta del governo, il più di destra della storia d'Italia, potrebbe spiazzare anche il Pd, che nel frattempo sottoscrive la proposta di legge di iniziativa popolare - a prima firma di Riccardo Magi - per chiedere di superare la legge Bossi-Fini allargando la possibilità di permessi di soggiorno. L'esatto contrario di quello che vorrebbe la Lega che anzi, come fa Matteo Salvini, sposa la filosofia di Rishi Sunak e rilancia sui social le politiche migratorie del primo ministro inglese che puntano, in particolare, a non concedere l'asilo a chi abbia fatto ingresso irregolare nel Regno Unito. A Palazzo Chigi non preoccupa, per il momento, la tensione che si è alzata in Parlamento. I rapporti tra Salvini e Meloni, è la linea, sono "ottimi" e "concreti". La premier è convinta di spuntarla sull'alleato che ha mal digerito il commissariamento di fatto del "suo" ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi. Al Viminale, in effetti, rimandano a piazza Colonna per avere lumi sulle misure. Saranno riviste fino all'ultimo. E di sicuro ci sarà un inasprimento delle pene per i trafficanti: le parole di Papa Francesco hanno fatto breccia nell'esecutivo che da giorni non parla più di scafisti proprio per spostare l'accento dal respingimento al salvataggio di quelle vite messe in pericolo da chi specula sulla tratta di esseri umani. Ci dovrebbe essere, quindi, l'introduzione di una nuova aggravante in caso di morte dei migranti. Ma anche, facendo leva sugli accordi già in essere con diversi Paesi, in particolare del Nord Africa, una semplificazione normativa e burocratica per chi chiede di entrare legalmente, l'implementazione dei corridoi umanitari e un ampliamento dei flussi.