Governo, Letta e Renzi restano distanti. Napolitano: «Voto anticipato? Sciocchezze»
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ROMA, 12 FEBBRAIO 2014 - Sono giornate davvero convulse per il destino del governo Letta e degli italiani. Dopo le fibrillazioni degli ultimi giorni, la giornata di oggi si prefigurava come quella risolutoria. La questione invece rimane sempre ferma ed invariata: è opportuna una staffetta tra Enrico Letta e Matteo Renzi?
Dopo l’incontro tra i due interessati svoltosi questa mattina a Palazzo Chigi, i ben informati negli ambiti del Pd parlano di un “incontro positivo”, ma che cosa si intenda con tale espressione non è dato sapere. In realtà, le posizioni del presidente del Consiglio e del sindaco di Firenze sembrano essere parecchio distanti.Alla fine del summit odierno nessuno ha lasciato dichiarazioni, ma gli aggiornamenti sono giunti a colpi di tweet.
Il primo è stato Matteo Renzi che, dopo essersi riunito nella sede di partito con i suoi più fedeli collaboratori, su Twitter ha scritto: «Leggo tante ricostruzioni sul governo. Quello che devo dire, lo dirò domani alle 15 in direzione. In streaming a viso aperto». Dichiarazioni che dimostrano come il segretario del Pd voglia giocare la partita senza timore e, usando una frase a lui cara, a “carte scoperte”.
Dall’altra parte il premier Enrico Letta, sembra voler giocare d’anticipo e ha annunciato per le 18 di oggi una conferenza stampa dove presenterà “Impegno Italia”, ovvero il programma di rilancio del suo esecutivo. Insomma, da parte di Letta non c’è alcuna voglia di staccare la spina ed è convinto che tale proposta possa trovare il sostegno di tutti i partiti di maggioranza.
Nel frattempo, da Lisbona, il presidente della Repubblica Napolitano lancia un monito all’insegna della stabilità: «Dobbiamo essere consapevoli – ha affermato il Capo dello Stato – che la fiducia faticosamente riguadagnata non deve essere indebolita dal riaccendersi di timori sulla risolutezza dell’Italia a proseguire sulla strada delle riforme e della responsabilità». E a quei giornalisti che gli chiedono un parere sulla possibilità di elezioni anticipate, il presidente Napolitano ha risposto in maniera lapidaria: «Non diciamo sciocchezze».
Tuttavia, aspettando una schiarita di tale situazione, c’è chi resta alla finestra, come ad esempio il Nuovo Centrodestra del vicepremier Angelino Alfano, il quale non sembra così sicuro del permanere dell’attuale governo: «Noi – ha affermato Alfano – chiediamo, chiunque sia il presidente del Consiglio, di concordare con precisione contenuti e programma. Chiederemo la rappresentanza del nostro programma per poter valutare ogni ipotesi e la nostra posizione. Se il “se” eventualmente sarà tolto nelle prossime ore rifletteremo. Noi non diamo nulla per scontato».
Tra le fila del consiglio dei ministri ad esprimere la propria posizione vi è anche il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, che ha affermato: «Spero obiettivamente che le forze politiche si rendano conto della necessità che il lavoro intrapreso in questi mesi deve essere portato avanti con energia ed efficacia: se lo portiamo avanti noi o qualcun altro non è importante, l’importante è che si prosegua».[MORE]
L’impressione, comunque, è che la vera partita si giochi tutta in seno al partito di via del Nazareno: tra chi preme sul segretario Renzi per fargli prendere in mano le redini del governo, e dare così una sterzata decisa per le riforme, e chi cerca di dissuaderlo da tale proposito che potrebbe logorarlo prima del tempo. Una possibilità, quest’ultima, espressa negli scorsi giorni anche dall’ex premier Romano Prodi.
(Immagine da agi.it)
Giovanni Maria Elia