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BARI, 3 DICEMBRE 2011 - Seduto al suo pianoforte, sullo sfondo di un palcoscenico a fumetti: così Google celebra, oggi, il grande compositore italiano, autore delle più importanti colonne sonore del cinema.
Nino Rota, all’anagrafe Giovanni Rota Rinaldi, è nato a Milano il 3 dicembre 1911 ed è morto a Roma il 10 aprile 1979.[MORE]
Il suo indiscutibile talento è stato riconosciuto a livello internazionale tramite l’assegnazione di premi, quali: David di Donatello come miglior musicista, BAFTA alla migliore colonna sonora, Golden Globe per la migliore colonna sonora originale e Oscar per la migliore colonna sonora.
Tra i film più importanti, ricordiamo le musiche, da lui composte, di: “Un americano in vacanza” regia di Luigi Zampa, “Filumena Marturano” regia di Eduardo de Filippo, “Gattopardo” regia di Luchino Visconti, “La grande guerra” regia di Mario Monicelli, “La bisbetica domata” di Franco Zeffirelli.
Tuttavia, l’incontro con il regista Federico Fellini cambiarà la sua vita. I due, infatti, instaurano un’amicizia lunga trent’anni e una collaborazione per numerosi film che porteranno il compositore all’apice del successo.
Il regista romagnolo chiederà a Rota di musicare i suoi film più importanti: “I vitelloni”, “La strada”, “La dolce vita” e “8e ½”.
Nel 1972, inoltre, comporrà le musiche de “Il padrino” di Francis Ford Coppola, le quali lo renderanno famoso in tutto il mondo.
Tante anche le composizioni classiche di Nino Rota: musica per pianoforte e da camera. A lui è dedicato, a Monopoli, il Conservatorio Nino Rota, in origine nato su iniziativa dello stesso compositore come sezione staccata di quello barese, e oggi sede autonoma. Anche l'auditorium del Conservatorio Niccolò Piccinni di Bari, è a lui dedicato.
Per il musicista Nicola Piovani, Rota era «uno spirito libero che ci ha dato la forza di uscire dal conformismi», perché sono «i grandi maestri quelli che ti insegnano la libertà mentale».
Le sue musiche hanno fatto sognare, riflettere, commuovere milioni di persone, piccole e grandi; un piccolo omaggio per un grandissimo uomo di cui andar fieri.
Caterina Gatto