Gli animali verso il macello piangono: La nuova provocazione artistica di Banksy
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NEW YORK, 14 OTTOBRE 2013- Non è un graffito, ma un’installazione in movimento, l’ultima provocazione messa in scena dal writer britannico Banksy, la cui identità è tuttora top secret.
Maggiore esponente della street art a livello mondiale, egli è conosciuto e apprezzato grazie alle sue opere spesso a sfondo satirico, che prendono di mira la politica, la cultura e l’etica, realizzate prediligendo la tecnica dello stencil.[MORE]
Ma stavolta Banksy ha deciso di stupirci attraverso un'opera mobile, abbracciando la causa animalista: un camion pieno di animali di pelouche destinati al macello, che con gemiti e lamenti, cercavano di sfuggire alla loro fine crudele, si è aggirato per le strade di South Brooklyn, a New York, giovedì intorno alle 13:00, ore locali, e continuerà a viaggiare per due settimane circa.
Anche se il writer di Bristol non ha spiegato il senso di questo lavoro, l’installazione è chiaramente una denuncia contro gli allevamenti intensivi degli animali, dediti alla produzione seriale e continua di carne, e soprattutto contro la macellazione. È un ritratto vivido delle condizioni disumane in cui sono detenuti gli animali condotti al macello.
La performance, che era stata anticipata da un annuncio nel suo sito ufficiale, è stata presentata al mondo da Banksy col titolo di “Sirens of lambs”, letteralmente Le sirene degli innocenti, in riferimento a “Il sienzio degli innocenti”, per contrapporsi al titolo del celebre film, dove gli innocenti fanno rumore e si ribellano al loro destino.
La scelta dei pupazzi non è ovviamente casuale e rende l’impatto del messaggio comunicativo che veicola ancora più forte, considerato anche il fine ludico, a cui di solito essi sono destinati. Estrapolati dalle camerette dei bambini, vanno difatti ad interpretare il terrore vissuto dagli animali in carne e ossa: le loro teste, mosse da alcuni mimi presenti all’interno del camion, sbucano dagli spazi angusti del mezzo mostrando sguardi dolorosamente sofferenti e disperati.
Con una serie di fermate prolungate davanti alle macellerie, l’automezzo si aggira trasportando gli animaletti piangenti, lasciando i passanti perplessi e sgomenti. La freccia del messaggero della strada ha colpito nuovamente dritta nel segno.
Nonostante in molti pensassero fosse un’iniziativa della PETA (People for the Ethical Treatment Of Animals), un’organizzazione no profit a sostegno dei diritti degli animali, sulla fiancata del furgone appare un numero verde, non ancora operativo, che ricollega allo street artist e al suo operato, che egli stesso ha fornito per essere contattato qualora qualcuno non comprendesse le sue opere.
Banksy, per circa un mese, creerà un’opera inedita al giorno, soprattutto graffiti, per le strade della Grande Mela, lasciando la sua inimitabile firma, su muri e oggetti in disuso. Il nuovo percorso creativo si chiamerà “Better Out Than In”, Meglio fuori che dentro, e verrà illustrato fotograficamente anche nel suo sito internet (www.banksy.co.uk).
Contravvenendo al divieto di realizzare graffiti in strada, il genio provocatore, ha acceso così una sfida contro le forze dell’ordine che lo rincorrono per cercare di coglierlo sul fatto e finalmente, di smascherarlo.
(Immagine tratta da www.vvssociety.com)
Silvia Giordano