Giustizia, l'Anm contro Renzi: «Più rispetto e basta falsità»
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ROMA, 29 SETTEMBRE 2014 - Piovono critiche sul presidente del Consiglio, Matteo Renzi, da parte dell’Associazione nazionale magistrati che con una nota ufficiale, quest’oggi, è voluta intervenire a sua difesa dopo le dichiarazione del premier durante la trasmissione televisiva “Che tempo che fa” andata in onda domenica 28 settembre.
Durante il suo intervento, infatti, il premier aveva sollevato la questione del tetto alle retribuzioni e delle ferie dei magistrati. «Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, - si legge nella nota pubblicata dall’Anm – anche nel corso della popolare trasmissione televisiva “Che tempo ch fa” andata in onda nella serata di ieri 28 settembre, ha ripetuto affermazioni riguardanti l’azione dell’Anm e il concreto funzionamento degli Uffici giudiziari italiani che non corrispondono alla realtà dei fatti».
Per tale ragione, l’Anm precisa che è «con vivo rammarico» che si vede «costretta a ricordare a tutti, con estrema fermezza, di non aver mai dichiarato che l’introduzione di un tetto massimo alle retribuzioni di 240.000 euro annuali sia un attentato alla libertà o all’indipendenza della magistratura. Chi sostiene il contrario – si continua a leggere nella nota – è invitato a dimostrare, una volta per tutte, quando e come l’Associazione avrebbe fatto una simile affermazione». Viene, inoltre, precisato che «tale tetto è raggiunto solo dai massimi vertici della Corte di Cassazione e della relativa Procura generale e che la retribuzione media dei magistrati è enormemente inferiore a quella cifra».
In merito alla questione delle ferie «Gli uffici giudiziari - continua l'Associazione nazionale magistrati - non chiudono mai e l'Anm non ha mai dichiarato che la riduzione della sospensione feriale e delle ferie (realizzata con il decreto legge n. 132/2014) sia un attentato ai magistrati. In realtà, l'istituto della sospensione dei termini processuali in periodo feriale - fino ad oggi fissato dal primo agosto al 15 settembre - e' destinato ad assicurare il concreto esercizio del diritto di difesa (art. 24 Cost.), al fine di evitare il decorso dei termini processuali nei processi ordinari, in un tempo che i cittadini tradizionalmente dedicano al riposo annuale». E ancora «finora determinate in 45 giorni, in tale periodo i magistrati erano comunque tenuti al deposito dei provvedimenti, non essendo prevista alcuna sospensione dei relativi termini. Dunque, il numero dei provvedimenti emessi è dipendente dalle ferie godute, la cui riduzione non potrà determinare alcun incremento di produttività».[MORE]
«La magistratura ha troppo rispetto della propria indipendenza, per strumentalizzarla a secondi fini. Ci si attende uguale rispetto da parte di tutti. Ci auguriamo, con ciò, di avere fatto, si spera definitiva, chiarezza - conclude la nota dell'Anm - nell'interesse di una corretta informazione e della dignita' di quanti operano con sacrificio e impegno nel delicato settore dell'amministrazione della giustizia».
(Immagine da lettera35.it)
Giovanni Maria Elia