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Giro di vite alle ganasce fiscali selvagge. Il fermo amministrativo del veicolo risulta sproporzionato rispetto al debito con l’erario.
19 FEBBRAIO 2014 - L’atto non adeguatamente motivato del fermo amministrativo del veicolo deve considerarsi nullo perché configura un’applicazione «indiscriminata». Lo ha sentenziato la Ctr di Genova con il verdetto 130/13. Nella fattispecie la Commissione Tributaria provinciale aveva bocciato il ricorso della contribuente contro la cartella di pagamento e conseguente preavviso amministrativo di due veicoli.
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Mentre per la Corte regionale che il fermo amministrativo iscritto dal concessionario della riscossione sul veicolo del contribuente risulti illegittimo se tale misura è sproporzionata rispetto al debito erariale: l’applicazione in materia indiscriminata della ganasce fiscali potrebbe configurare un eccesso di potere da parte del concessionario della riscossione. In particolare, se il provvedimento cautelare non è adeguatamente motivato e sussiste una sproporzione tra misura adottata credito tributario.
Gli strumenti concessi al concessionario devono essere adottati nel rispetto delle norme sul procedimento amministrativo e dello Statuto del contribuente (legge 212/00) e perciò devono essere motivati. Dunque, va annullato il fermo amministrativo e compensate le spese. Come da tempo denuncia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, a causa della rigidità degli strumenti affidati dal legislatore all’ente per il recupero coatto dei debiti nei confronti della pubblica amministrazione e delle crescenti difficoltà a “interloquire” con l‘ente è imprescindibile l'esigenza di tenere conto della situazione di difficoltà in cui versa una parte dei contribuenti e delle imprese a causa della crisi. Il fenomeno che più preoccupa è quello ai danni degli imprenditori e delle imprese che, dopo aver deciso di regolarizzare la propria posizione con il Fisco, sono state portate da Equitalia fino all'orlo del fallimento. Così si uccide il futuro economico del Paese.
(notizia segnalata da giovanni d'agata)