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ROMA, 25 NOVEMBRE 2011- Molte polemiche sono state sollevate quando si è diffusa la notizia che Giovanni Scattone, uno dei due uomini condannati per l’omicidio di Marta Russo, insegna ora proprio nello stesso liceo che frequentò la giovane. La notizia è apparsa oggi sulle pagine del ‘’Fatto Quotidiano’’. Ma la preside del liceo ribatte ‘’rispetto le normative vigenti’’. [MORE]
Marta Russo fu uccisa nel maggio 1997 nei viali dell’Università di Roma La Sapienza, a pochi metri dalla facoltà di Giurisprudenza, e il suo caso suscitò grande risonanza mediatica. Dopo la morte della studentessa ventiduenne, si aprì un lungo processo, al termine del quale furono condannati Salvatore Ferraro e Giovanni Scattone. E proprio in merito a quest’ultimo si è recentemente aperta la polemica, principalmente per l’incarico di professore di Storia e Filosofia che l’uomo ricopre, proprio presso la scuola frequentata per tre anni da Marta prima di iscriversi all’università, il liceo Cavour.
Prontamente, la preside del liceo, Tecla Sannino, ha esposto le sue ragioni e ha spiegato che, pur comprendendo ‘’la perplessità dell’opinione pubblica’’, ha rispettato tutte le norme vigenti che prevedono la nomina di docenti supplenti, secondo le graduatorie provinciali che sono curate dall’Ufficio ambito territoriale. Dopo aver regolarmente scontato la sua condanna a 5 anni e quattro mesi, ora, Scattone non è più interdetto dai pubblici uffici, e, da un punto di vista legale, può regolarmente insegnare. Ma non così da un punto di vista pratico, viste le numerose polemiche e proteste che i recenti incarichi di Scattone avevano sollevato. La preside ha comunque fatto trapelare che, in merito a questa ‘’situazione molto delicata’’, c’è stato un lungo dibattito interno anche al corpo docente.
Claudia Candelmo