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CATANZARO, 10 FEBBRAIO 2014 - Commemorare le vittime dei massacri delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata, l’eccidio dei nostri connazionali di Venezia Giulia, Istria e Dalmazia , è un dovere. Un atto di giustizia nei confronti di tanti nostri connazionali che, dimenticati volutamente dalla politica per troppi anni, sono risultati vittime anche del colpevole silenzio che ha avvolto quelle dolorose vicende.
Abbiamo dovuto attendere la legge n. 92 del 30 marzo 2004 che ha istituito il 10 febbraio quale "Giorno del ricordo", solennità civile nazionale, per onorare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe. Anche i libri di testo scolastici e universitari devono fare i conti con questo capitolo di storia: i nostri figli, gli studenti, devono essere sostenuti nella comprensione dell’importanza di questa giornata dedicata alle decine di migliaia di italiani che fra il 1943 e il 1947 furono perseguitati e costretti a lasciare le loro case in Istria e Dalmazia e ai molti altri fucilati e gettati nelle voragini carsiche perché considerati “nemici del popolo” dalle milizie partigiane del maresciallo Tito. [MORE]
Ed è nostro dovere fare in modo che il 10 febbraio non diventi un appuntamento con il ricordo che sa tanto di sterile rito: un atteggiamento del genere non renderebbe onore ai caduti e svuoterebbe la commemorazione del suo significato più profondo. I martiri delle Foibe devono essere ricordati attraverso il confronto, la discussione, iniziative piene di contenuto che permettano di spiegare e capire per ripristinare una verità storica per troppo tempo strumentalmente oscurata. A noi il compito di tirare fuori quei volti, quei nomi e quelle storie dall’oblio.
Andrea Lorenzo Commissario Cittadino Udc