Giappone, scandalo al governo: si dimettono due donne ministro
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TOKYO, 20 OTTOBRE 2014 – Traumatico rientro in patria per il premier giapponese Shinzo Abe: due ministri gli hanno consegnato le lettere di dimissioni, per faccende legate a scandali sui finanziamenti elettorali. Due donne tra le cinque ministre del rimpasto politico messo su appena un mese fa, accusate di aver utilizzato soldi pubblici per biglietti teatrali o per ventagli di carta promozionali: si tratta di Yuko Obuchi del ministero dell'Economia, Commercio e Industria, e Midor Matsushima, ministro della Giustizia.
Le accuse a Obuchi e Matushima
«Io ho fatto queste nomine e me ne assumo la responsabilità, scusandomi profondamente per questa situazione», è stata la pronta risposta ai cronisti del primo ministro Abe. Obuchi, 40 anni figlia di un ex premier, era la promettente realtà ministeriale, che s'è sempre contraddistinta per la promozione della donna nella società giapponese e nel mondo del lavoro; era anche considerata candidabile a diventare in futuro la prima donna premier del Giappone. L'accusa le rimprovera la distribuzione di biglietti teatrali tra il 2009 e il 2011, oltre a una serie di spese con operazioni a favore di suoi familiari, per un totale di 43 milioni di yen – circa 400mila dollari. Alla Matsushima viene invece denunciata la distribuzione di ventagli di carta promozionali durante la campagna elettorale.
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Immediato calo di popolarità dell'esecutivo
Scende immediatamente la popolarità del primo ministro giapponese, che si assesta intorno al 48,1%; le prime dimissioni del suo esecutivo gli costano dunque caro, ma sono in tanti, osservatori politici, ad elogiare l'allontanamento istantaneo di tutto ciò che potrebbe ostacolare il percorso del primo ministro, specie per alcune riforme – che hanno il sapore di impopolarità – legate all'aumento dell'Iva, che Abe vorrebbe dar via libera verso la fine dell'anno.
Foto: quotidiano.net
Dino Buonaiuto