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GENOVA, 17 GIUGNO 2012 – Sono passati undici anni dal G8 di Genova e dalla “macelleria messicana”, come vennero definite le torture e le violenze perpetrate ai danni dei manifestanti da qualcuno che lo Stato italiano non ha ancora trovato, mentre chi gestiva l'ordine pubblico in quei giorni è stato promosso anche per i servigi resi in quell'occasione.
A undici anni di distanza, però, c'è ancora chi le conseguenze di quei fatti le paga sulla propria pelle, come i dieci manifestanti accusati di “devastazione e saccheggio” - un reato istituto in realtà per fini politici durante il regime fascista - e condannati in secondo grado a pene che vanno dagli otto ai tredici anni di carcere, per un totale complessivo di cento anni di carcere.
«Lanciamo questo appello a tutte e tutti» - si legge in un comunicato di Radio OndaRossa - «alle e ai 300 mila che erano in piazza a Genova in quel luglio del 2001 e a quelle migliaia che non hanno smesso di lottare (sognare), per aprire da qui al prossimo 13 luglio, giorno dell'udienza in Cassazione per i compagni condannati per devastazione e saccheggio, una campagna che ponga l'accento su quanto sia politica la scelta discrezionale della magistratura di ricorrere al reato di devastazione e saccheggio». Dieci i possibili capri espiatori; nessuno, il numero dei condannati tra coloro che perpetrarono le torture; trecentomila, il numero di coloro che invasero le strade di Genova nel luglio di undici anni fa. [MORE]
Proprio a loro, e a tutte e tutti coloro che non sono indifferenti al mondo che li circonda, è rivolto l'appello - che vede Ascanio Celestini come testimonial - che pubblichiamo di seguito:
APPELLO ALLA SOCIETÀ CIVILE E AL MONDO DELLA CULTURA
La gestione dell'ordine pubblico nei giorni del G8 genovese del luglio del 2001, rappresenta una ferita ancora oggi aperta nella storia recente della repubblica italiana.
Dieci anni dopo l'omicidio di Carlo Giuliani, la "macelleria messicana" avvenuta nella scuola Diaz, le torture nella caserma di Bolzaneto e dalle violenze e dai pestaggi nelle strade genovesi, non solo non sono stati individuati i responsabili, ma chi gestì l'ordine pubblico a Genova ha condotto una brillante carriera, come Gianni De Gennaro, da poco nominato Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.
Mentre lo Stato assolve se stesso da quella che Amnesty International ha definito "la più grande sospensione dei diritti democratici in un paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale", il prossimo 13 luglio dieci persone rischiano di diventare i capri espiatori e vedersi confermare, in Cassazione, una condanna a cento anni di carcere complessivi, in nome di un reato, "devastazione e saccheggio", che rappresenta uno dei tanti detriti giuridici, figli del codice penale fascista, il cosiddetto Codice Rocco.
Un reato concepito nel chiaro intento, tutto politico, di perseguire chi si opponeva al regime fascista. Oggi viene utilizzato ipotizzando una "compartecipazione psichica", anche quando non sussiste associazione vera e propria tra le persone imputate. In questo modo si lascia alla completa discrezionalità politica degli inquirenti e dei giudici il compito di decidere se applicarlo o meno.
E' inaccettabile che, a ottant'anni di distanza, questa aberrazione giuridica rimanga nel nostro ordinamento e venga usata per condannare eventi di piazza così importanti, che hanno coinvolto centinaia di migliaia di persone, come le mobilitazioni contro il G8 a Genova nel 2001.
Non possiamo permettere che dopo dieci anni Genova finisca così, per questo facciamo appello al mondo della cultura, dello spettacolo, ai cittadini e alla società civile a far sentire la propria voce firmando questo appello che chiede l'annullamento della condanna per devastazione e saccheggio per tutti gli imputati e le imputate.
Per una battaglia che riguarda la libertà di tutte e tutti.
Assemblea di supporto ai e alle 10 di Genova 2001
(foto: http://www.genova24.it/)
Andrea Intonti [http://senorbabylon.blogspot.it/]