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LONDRA, 17 FEBBRAIO - I tempi della Brexit riportano in campo anche vecchie conoscenze della politica britannica. Come quella di Tony Blair, ex primo ministro inglese e convinto europeista nonché autore di una politica riformista a cavallo degli anni Duemila. Nessuna fine politica ma rilancio con la nuova campagna ‘Open Britain’.[MORE]
L’ex leader dei laburisti scenderà in campo, a detta della Bbc, per opporsi all’esito del referendum sull’addio britannico all’Europa. La sua nuova missione sarebbe dunque quella di convincere i britannici alla «ribellione» nei riguardi di un esito evidentemente ritenuto deleterio per il Paese.
Secondo Blair, il popolo ha votato «senza sapere quali sarebbero state le reali conseguenze della Brexit». Ma i tempi sono piuttosto stretti dopo l’avvio delle procedure per l’uscita definitiva dall’Ue. Ne è consapevole lo stesso Blair ed il Labour Party, considerata la decisione della House of Commons della scorsa settimana. Una decisione che di fatto avvia l’inizio dei negoziati attraverso la premier Theresa May.
Pronta la replica dei Conservatori, che non hanno esitato a definire le dichiarazioni di Blair «arroganti e dai toni assolutamente non democratici». Un portavoce del governo ha inoltre escluso l’ipotesi di un secondo referendum, manifestando di fatto l’intenzione (più volte espressa e confermata) di rispettare la volontà degli elettori.
Tuttavia, pare che Blair voglia operare semplicemente una operazione riflessiva, dopo aver a lungo sostenuto la campagna del Remain. Ma il ritorno politico dell’uomo che ha cercato di avvicinare la Gb all’Europa non poteva certamente non far discutere.
foto da: newstalk.com
Cosimo Cataleta