Garrone e Benigni raccontano Pinocchio: 10 parole chiave dall'anteprima
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“Non vediamo l’ora che arrivi il 19. Siamo contenti e convinti di aver fatto del nostro meglio”. È un Matteo Garrone emozionato, ma soprattutto fiero quello che presenta alla stampa Pinocchio presso lo Space Moderno di Roma: "la forza del film è il fatto anche che sia un film italiano. Sono orgoglioso di dirlo, perché a volte si riserva al cinema italiano uno sguardo non all'altezza di quello che è e che è stato. Questo è un film tipicamente italiano, che andava fatto in Italia con facce italiane, che hanno reso questa storia commovente e divertente". Con umiltà, insieme al cast, chiede un giudizio onesto ai giornalisti; si rimette al parere del pubblico; ringrazia la propria squadra. Ma, certo, è soprattutto il suo Pinocchio: “ho iniziato a disegnare la storia di Pinocchio dall’età di 6 anni. È un racconto che mi accompagna da allora. Come regista era difficile resistere alla tentazione di fare Pinocchio. Ho avuto la fortuna di avere compagni di viaggio eccezionali accanto a me. Tutti gli attori mi hanno aiutato a dar vita a questi personaggi ed a fare un film che abbiamo una sua ironia e comicità”. Ironico, senz’altro; dark, solo a tratti; prevalentemente, un racconto super-favolistico, in cui colpisce da un lato la narrazione piana, diretta, semplice; dall’altro, una cura artigianale dei dettagli in termini di scenografie, trucchi, costumi. Ne vien fuori un realismo magico, incantatore ma non spettacolistico: è un effetto-avventura che conserva una sincerità da piccolo mondo antico, tra caotiche botteguzze, divertenti animaloidi ed umani sentimenti. Abbiamo provato a raccontarlo, in attesa di recensirlo in occasione dell’uscita del 19 dicembre, con dieci parole chiave dalla conferenza stampa, attraverso gli interventi dei protagonisti.
1) POPOLARE
MATTEO GARRONE: "ho iniziato con il racconto a esplorare un territorio dove si mescolava il reale con il soprannaturale, quindi sono entrato in un mondo magico. Pero questo film è una storia a sé. È un film di cui sono felice perché mi ci riconosco in ogni fotogramma, mi appartiene, ma allo stesso tempo abbiamo cercato di fare un film che potesse arrivare a tutti: un film popolare, così come il grande capolavoro di Collodi, che si rivolge a tutti indistintamente, come classi sociali e come età."
2) UNIVERSALE
ROBERTO BENIGNI: "batte il cuore quando si vede un film per la prima volta di tale importanza, bellezza, singolarità, originalità. Per quanto riguarda Pinocchio, non mi ricordo esattamente qual è l’ultimo che ho visto in Italia e chi l’ha fatto ma questo di Garrone è il più bello che abbia visto (risate in sala, n.d.R.). Pinocchio è universale, appartiene a tutti. Quando respiriamo per la strada e ordiniamo un caffè c’è Pinocchio lì, fa parte di tutti noi, è la nostra storia: è come il sole! Non è che l’abbiamo attualizzato, è davanti a noi. Se uno sta a vedere tutti gli insegnamenti che dà, ci sono dentro quelli che chiamiamo i segnali misteriosi che fanno parte della grande letteratura. Non è solo una fiaba, è qualcosa che va oltre, quasi un libro divinatorio. Fellini lo apriva e metteva il dito a caso come nella Bibbia."
3) PADRE
ROBERTO BENIGNI: "ho cercato di fare il padre per la seconda volta dopo La vita è bella, ma questo di Pinocchio è il padre per eccellenza, è il padre più famoso del mondo insieme a San Giuseppe: tutti e due con due figli adottivi che si son trovati là, che gli scappano di casa, che muoiono e risorgono. È evangelico! È una cosa meravigliosa. E le immagini! È divertente sin da quando nasce, Pinocchio: un divertimento immenso!".
4) PITTURA
ROBERTO BENIGNI: "considero Matteo Garrone uno dei più grandi registi di tutti i tempi, dice è un pittore. Di lui si dice: viene dalla pittura, fa delle immagini. Ma le immagini da sole al cinema sarebbero noiosissime, invece lui da un lato fa delle immagini straordinarie, da grande pittura – si va dai Macchiaioli a Bosch, è impressionante! – dall’altro sa anche raccontare. Racconta con le immagini. Se uno vedesse un bel tramonto, che è bellissimo, non si fermerebbe a guardare, perché ci si fermerebbe solo quando ci si racconta qualcosa. E così fa Matteo Garrone: con le immagini fa emozionare, commuovere, divertire. Che a Natale esca questo Pinocchio è un regalo per il mio cuore e per il cuore degli italiani. Poi, aver interpretato prima Pinocchio poi Geppetto è il compimento di tutto un percorso straordinario. È un Pinocchio per tutte le famiglie, per quei bambini che vanno dai quattro agli ottanta anni, memorabile, meraviglioso. Sono rimasto incantato, un cast eccezionale".
5) TRUCCO
MARK COULIER (make-up artist): "devo dire che questo è stato un viaggio impegnativo sin dall’inizio, presentava delle caratteristiche difficili per due ragioni. La prima è che bisognava restare fedeli alla storia, creando un personaggio conosciuto da tutti, sia in Italia che nel resto del mondo. La seconda è che consideravo difficile trascorrere ben tre ore al giorno per creare il make-up di un ragazzino di otto anni, lo consideravo complicato. In precedenza, mi ero occupato di face painting. Ora, pensare di tenere fermo un bambino per dieci minuti per dipingergli la faccia era un compito complicatissimo; pensare che resistesse per tre ore per farsi truccare era impensabile, ma Federico è stato davvero una superstar. Insieme a Pietro (Scola, nipote di Ettore ed autore dei trucchi, n.d.R.) c’è stato un lavoro di collaborazione fantastico. Lui ha progettato e realizzato i personaggi e le sculture. Abbiamo cercato di fare quello che Garrone ci aveva chiesto di realizzare. È stato difficile fare in modo che il silicone sembrasse legno, ed anche la pittura che abbiamo utilizzato, il trucco non doveva trasfigurare Federico affinché potesse trasmettere le proprie emozioni essere coperto. Anche il trucco degli altri burattini è stato realizzato in maniera tale da rendere il tutto estremamente integrato e coerente".
6) MAZZANTI
MATTEO GARRONE: "rispetto ai miei punti di riferimento, io sono partito dalle origini, quindi se devo immaginare dal punto di vista figurativo chi sia stato fondamentale per me, partirei da Enrico Mazzanti, il primo illustratore di Pinocchio che ha disegnato a contatto di Collodi e già ne aveva illustrato altre opere. Quei disegni sono stati il punto di partenza. Poi sono stato influenzato dai Macchaioli, dalla loro semplicità cromatica. Inoltre, sicuramente il Pinocchio di Comencini mi ha ispirato per certe atmosfere, per quel senso di povertà. Burton è uno dei registi che conosco bene e che ammiro, ma non in maniera premeditata. Se devo pensare al mio percorso, penso sia legato soprattutto a Mazzanti".
7) TRASFORMAZIONE
ROBERTO BENIGNI: "ho seguito il sentiero di Matteo, che è un regista con una grande possanza e dolcezza allo stesso tempo. Come Artaud , teneva sempre una porta aperta. Mi ricorda anche Rossellini, sembrava di girare Paisà: aveva sempre l’orecchio teso, era attento con le antenne a qualsiasi cosa accadesse. È un metodo di fare cinema che è come scrivere il cinema, fa cinema come con la biro, è una cosa bellissima! Ne La vita è bella la più grande bugia la diceva il padre, era un pinocchietto proprio il padre; qui, invece, ho pensato a cosa potesse sentire un padre. Così ho immaginato quella scena di notte, “Son diventato padre!”, ed ho pensato che gli battesse il cuore. Tutto diventa subito divertente perché Pinocchio fa morire dal ridere e da piangere sin dalla nascita. Ho comunque lavorato secondo le indicazioni di Matteo".
MATTEO GARRONE: "abbiamo fatto un percorso insieme, che parte dal primo mese in cui ci siamo visti. Gli ho portato un’immagine sua, fatta con Pietro Scola, di come lo immaginavamo nel film: un Geppetto invecchiato, segnato dalla povertà e dal tempo. Ho chiesto a Roberto di accettare la sfida di fare una cosa che non aveva mai fatto prima, di trasformarsi fisicamente…"
ROBERTO BENIGNI: "…rimanendo me stesso. Quando mi ha portato la foto ho detto ma chi ti ha dato la foto di mia nonno erano le mie radici, ero diverso eppure ero io!".
8) LEGGEREZZA
MATTEO GARRONE: "Roberto ha affrontato questo viaggio insieme è stato straordinario, generoso, coraggioso… avevamo un accordo, che non ci facevamo complimenti, ma lui ha tradito, quindi ora parto anche io! È stato folle accettare di fare questo personaggio, ho imparato molto e ci siamo divertiti. È la cosa più importante (…) Si associa spesso il mio cinema a qualcosa di violento, cupo, duro, come film che ho fatto in passato, invece avete visto che è un film con una grande leggerezza ed ironia, è per tutti, per piccoli e per grandi".
9) MANGIAFUOCO
GIGI PROIETTI: "un giorno mi telefona Matteo Garrone e mi chiede: “tu vuoi fare Mangiafuoco?”. È come se avessi ricevuto una mazzata in testa. Venne a casa mia e mi portò una mia fotografia, già Mangiafuoco, un po’ Rasputin, un po’ russo. Io rimasi incantato da questa ipotesi, fino all’ultimo, adesso te lo posso dire (si rivolge verso Matteo Garrone, n.d.R.), temevo non lo facessi più! Anche se il ruolo è brevissimo, sono felice di poter dire “io c’ero”. Ho visto il film una decina di giorni fa. I miei colleghi, come Roberto, sono stati strepitosi. Parlo quasi più da spettatore. Il mio lavoro è stato quello di adeguarmi al trucco e mentre lo facevo mi rendevo conto che Mangiafuoco avrebbe potuto fare un suo film: è un uomo solo, che vive con i burattini di legno e all’improvviso trova un burattino senza fili, nemmeno un uomo. Questo mi ha affascinato del ruolo, ci ho messo quello che ho potuto, sono davvero felice".
10) POVERTÀ
ROBERTO BENIGNI: “Povertà è la parola che più si ripete nel libro originale di Pinocchio. Le parole che più si ripetono nel libro sono: povero, fame, casa, babbo. Questa povertà è madre di tutte le ricchezze. Non è solo dignitosa, che sarebbe piccolo borghese. È una povertà meravigliosa, quella povertà che ti fa sembrare la vita un miracolo qualunque cosa accada. La gag iniziale del formaggio e dell’osteria ha l’esempio di Chaplin dietro tutti noi: è il padre di tutte le povertà, è il più grande Pinocchio e Geppetto di tutti i tempi. Per fare Geppetto ho pensato all’amore del padre per il figlio e questa fantastica povertà che si trasforma nella ricchezza più grande. Pinocchio che si trasforma in un bambino, ed è come una cornucopia: è uno che ha guadagnato la vita, più ricchi di così si muore".
REGIA: Matteo Garrone
CAST: Roberto Benigni, Federico Ielapi, Rocco Papaleo, Massimo Ceccherini, Marine Vacth, Gigi Proietti
GENERE: fantastico, avventura
PAESE: Italia, Francia
USCITA: 19 dicembre 2019
DISTRIBUZIONE: 01 Distribution
(IMMAGINI: nell'immagine principale e nella seconda e terza interne, fotogrammi dal film Pinocchio di Matteo Garrone, fonte: 01 Distribution; prima immagine interna: Matteo Garrone col cast all'anteprima stampa presso lo Space Moderno di Roma, fonte: Antonio Maiorino - Infooggi. Si ringrazia Gabriele Barcaro)
Antonio Maiorino