Furto e riciclaggio mezzi cantieri: refurtiva finiva all'estero
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VIBO VALENTIA 6 DICEMBRE -A casa di Antonio Zangari, 46 anni, di Laureana di Borrello (Rc), per il quale e' stato disposto l'obbligo di dimora, la Polizia, nel corso di una perquisizione, ha ritrovato un intero gruppo elettrogeno rubato ad agosto a Gerace (Rc) e che e' stato restituito al legittimo proprietario. Alcuni veicoli sono stati invece bloccati prima di essere imbarcati per il Marocco. A capo dell'associazione vengono collocati Salvatore Schiavone, 43 anni, di Nicotera Marina (Vv), finito in carcere, che gia' si trovava ai domiciliari con il braccialetto elettronico; Pasquale Napoli, 55 anni, di Melicucco (Rc), e Rocco Pesce, 48 anni, di Rosarno (Rc), ritenuto appartenente all'omonimo clan di 'ndrangheta.
L'inchiesta e' scattata dopo il furto di un escavatore alla ditta Cavalleri di Bergamo impegnata nei lavori autostradali. I mezzi venivano rivenduti on line attraverso vari siti internet specializzati. L'associazione aveva ramificazioni nel Vibonese, nella Piana di Gioia Tauro, ed in Lombardia. Decisiva ai fini delle indagini la visione dei filmati di alcune telecamere presenti nella zona dei furti ed anche la verifica dei conti bancari degli acquirenti e dei sodali dell'associazione.
I mezzi recuperati hanno un valore di oltre un milione di euro e sono stati restituiti ai legittimi proprietari. Individuata anche una tipografia di Laureana di Borrello (Rc) che provvedeva a stampare documentazione fasulla utile per la rimessa in circolazione dei mezzi. La posizione dei titolari della tipografia e' al vaglio degli inquirenti
Sono state avviate nel 2016 le indagini della Polstrada di Vibo Valentia che hanno fatto luce, con il coordinamento della Procura di Palmi (Rc), su un'associazione per delinquere specializzata nei furti ai danni di imprese impegnate nei lavori autostradali nel tratto compreso fra Mileto e Rosarno. All'operazione hanno partecipato anche agenti della Polstarda di Catanzaro, Lamezia Terme e Palmi. Due gli obblighi di dimora e sette gli arresti eseguiti con le accuse, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti di escavatori e camion, oltre al reato di riciclaggio.
L'organizzazione si dedicava al furto ed al riciclaggio di camion, escavatori, pale meccaniche e Bobcat all'interno dei cantieri autostradali, ma in alcuni casi i mezzi sono stati rubati pure in dimore private. Per immetterli sul mercato (ordini di acquisto sono stati registrati pure a Malta ed in Tunisia), i dati identificativi dei mezzi venivano taroccati ed i documenti falsificati. In alcuni casi sono stati gli stessi proprietari dei mezzi rubati a riconoscere gli escavatori rubati e messi in vendita on line, dove i veicoli venivano raffigurati e descritti per poi ingenerare un giro vorticoso di contatti, anche internazionali. Quattro mezzi di cantiere sono stati trovati stipati all'interno di un autoarticolato fermato in autostrada nel Vibonese e partito da Brescia, la cui destinazione era il Rosarnese dove i mezzi sarebbero stati taroccati.