"Fuga di cervelli" Umg, NO! alla soppressione della laurea magistrale in Ingegneria Biomedica
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Riceviamo e pubblichiamo
22 DICEMBRE 2015 - Il futuro prossimo del corso di laurea magistrale in Ingegneria Biomedica, il domani incerto degli studenti che hanno deciso di investire impegno e passioni nel proprio territorio, le ansie e le preoccupazioni rivolte nei confronti di un percorso che probabilmente obbligherà tanti di questi a dover emigrare fuori sede per completare i propri studi. Sono settimane di discussione e confronto quelle che gli studenti di bioingegneria dell’Università Magna Grecia di Catanzaro, preoccupati da una possibile non attivazione della specialistica del proprio percorso formativo, stanno vivendo. [MORE]
In questo mese di dicembre, precedute nel merito da riunioni e approfondimenti, si sono svolte due assemblee organizzate e coordinate da Valerio Arcobelli, consigliere dell'associazione studentesca universitaria 'DIKE’ e referente della stessa associazione e del coordinamento studentesco “UMG ti amo” per il Cdl in ingegneria informatica e biomedica. La possibilità che la laurea magistrale in Ingegneria Biomedica a partire dal prossimo anno accademico non venga attivata è, in effetti, una possibilità, molto concreta e, a dimostrarlo, sono anche gli incontri che proprio gli studenti hanno avuto con i vertici amministrativi dell’Ateneo, ai quali, proprio gli stessi studenti, hanno chiesto una sensibilità maggiore e un’attenzione particolare. “L’incertezza delle prospettive professionali e le regole del mercato del lavoro dei giorni nostri - dichiarano gli studenti – ci portano a capire quanto sia importante una preparazione sempre più eccelsa e completa, per questo la possibilità che a chi ha scelto un determinato percorso venga impedito o ritardato il conseguimento della Laurea Magistrale, è una fattispecie che proprio non riusciamo a digerire. Abbiamo scelto di studiare in questo Ateneo in base ad una offerta formativa precisa, e pur consapevoli delle sciagurate imposizioni che chi guida il sistema accademico ha messo in campo a livello nazionale negli ultimi anni, pensiamo di non poter vedere vanificati tutti i nostri sacrifici e le nostre speranze”. “La laurea magistrale in ingegneria biomedica - ci tengono a specificare gli studenti - ha formato professionisti che attualmente arricchiscono con le loro competenze i reparti aziendali, clinici ed ospedalieri delle varie regioni italiane: è un corso di laurea che possiamo definire giovane, ma che da subito, come testimonia il numero degli iscritti, ha registrato un notevole interesse da parte della popolazione studentesca tanto da esser oggi paragonato a pari corsi già attivi in altri Atenei da più di quindici anni”.
Lo studente Valerio Arcobelli, in prima linea contro il possibile provvedimento, dimostratosi estremamente preoccupato, ha dichiarato: “Senza considerare e ricordare le difficoltà che si paleserebbero alle famiglie che dovrebbero sostenere gli studi fuori sede dei propri figli, e senza entrare nel merito delle difficoltà di quelle famiglie che questa possibilità non potrebbero proprio permettersela, siamo convinti che se davvero abbiamo a cuore le sorti di un campus che vogliamo sempre più all’avanguardia e moderno, non possiamo restare inerti e lasciare che la nostra magistrale si estingua alla faccia di qualsiasi principio di continuità didattica”. “Nel mese di dicembre – hanno dichiarato e concluso gli studenti – abbiamo organizzato e guidato due assemblee studentesche, lo abbiamo fatto per cercare, oltre ogni chiacchiericcio, di venire a capo della reale situazione e per chiedere trasparenza e attenzione nelle scelte prossime. Vogliamo continuare a studiare nella terra che non solo ci ha dato le origini prima, ma che poi consapevolmente abbiamo scelto come nostra. Poco importano le continue discussioni e la critica continua sul processo della fuga dei cervelli che quotidianamente anima il dibattito culturale e politico, vogliamo che a favore degli studenti, calabresi e non, si intervenga con fatti e decisioni nella speranza, un giorno, di aver ragione delle nostre scelte”.
Filippo Coppoletta